Si è tenuto questa mattina, a Palermo in viale Campania, la commemorazione del giornalista ucciso dalla mafia nel 1979. Erano presenti i familiari di Francese, la vedova Maria ed i figli Giulio e Massimo, il Vice-Presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, il presidente del Gruppo siciliano dell’Unci, Andrea Tuttoilmondo, il presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Riccardo Arena, il presidente regionale dell’Assostampa, Giancarlo Macaluso, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, il questore Guido Longo, i comandanti provinciali dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, colonnello Antonio Di Stasio e generale Giancarlo Trotta, il capocentro della Dia di Palermo, colonnello Antonio Amoroso, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, il capitano Carmelo Raia della Capitaneria di porto, il tenente colonnello dell’Esercito, Virgilio Savarino, il giudice Claudia Turco per l’associazione nazionale magistrati e molti giornalisti.


Il Vice-Presidente nazionale dell’Unione cronisti, Leone Zingales, sottolineando l’impegno professionale di Mario Francese, ricordandolo come  “coraggioso cronista che non si è tirato indietro quando si è trattato di fare nomi e cognomi nei resoconti e nelle inchieste sugli affari e le alleanze tra mafiosi e apparati politico-imprenditoriali inquinati. Un grande cronista del quale sentiamo la mancanza a distanza di tanti anni”.

 
“Il sacrificio di Mario Francese – ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – non è stato vano. La città gli è riconoscente e le giovani generazioni stanno raccogliendo i frutti del suo lavoro e del suo coraggioso impegno”.

Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttolilmondo, “Mario Francese è stato una figura eminente del giornalismo italiano. Un cronista d’altri tempi che svolgeva il proprio lavoro con meticolosità ed impegno. I giovani cronisti hanno molto da imparare dal giornalismo d’inchiesta che Mario Francese quotidianamente offriva ai suoi lettori”.

Se ne ricorda anche l’intuito, quel fiuto che un giornalista di inchiesta dovrebbe avere. Il presidente dell’Assostampa siciliana, Giancarlo Macaluso, ha detto che “Francese fu il primo ad intuire la pericolosità di un clan mafioso allora emergente, quello dei “corleonesi”. Oggi lo ricordiamo per il suo coraggio oltre che per la sua professionalità”.
Un impegno, quello di Francese che gli è costato la vita. Negli atti processuali, tra l’altro si legge: Il movente del delitto Francese va ricercato nella sua attività professionale, nello straordinario impegno civile con cui egli ha compiuto una approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia verificatesi negli anni ‘70.
La sezione Unci di Siracusa, guidata dal fiduciario Francesco Nania, ha partecipato stamane a un’altra commemorazione di Francese che si è svolta nel Giardino Cuti del capoluogo aretuseo, città natale del giornalista ucciso 38 anni fa.