“Terrone ingnorante, magnat’ ‘u sapone, lavat’ cu l’indrante”, erano i 99posse, ed erano anche tanti anni fa, quando la Lega Nord cominciava a calcare la scena politica contrapponendo alla quistione meridionale tutta la caratura politica che apparteneva alla fagocitata tribù del Po. Del po’, poco che che bastava a caricare le folle del Nord d’Italia contro un Mezzogiorno arretrato economicamente, lasciato nella morsa della criminalità organizzata, per dirla in breve.
Oggi quel posizionamento politico italiano vale zero tagliato. Il razzismo interno ai Paesi non emoziona più, tranne in qualche caso di romanticismo verde. Il netto delle politiche nazionali è residuale se si considera la pressione che proviene dalle aree di estrema destra provenienti dall’Europa e dagli USA. 
In questo fase contemporanea il Nord e il Sud d’Italia diventano il Nord e il Sud del mondo. Il movimento è verticale, l’azione è sempre un tentato schiacciamento da sopra verso sotto fino al punto di Stop, pensiamo per esempio all’Italia e alla sua impossibilità di diluire le complessità del mondo delle migrazioni a seguito della deposizione di Gheddafi e della distruzione della Libia.
L’asse quindi cambia e quindi Salvini giunge a Napoli: Bella e solare, città borbonica. 
I centri sociali lo attaccano e continuano le provocazioni. Alle 17.00 alla Mostra d’Oltremare. Nome nomen? Per alcuni esponenti italiani di Geopolitica, la sfida e l’unica possibilità di operare un cambiamento straordinario sta del Mediterraneo, nel potenziamento dei porti marittimi e nella riattivazione delle vie della seta. 
Oggi sarà presente Salvini a Napoli, terrà i suoi discorsi nell’area fieristica della città. Forse crede che i napoletani, che il sud smetterà di ricordarsi quel motivetto musicale che per anni è stato cantato al megafono nelle manifestazioni, che si aizzeranno contro i fratelli d’oltremare. Pare che rimarrà deluso.
Napolì
Na-Na-Na-Na Napolì”
 

di Valentina Rizzo