Lo scrittore libanese Elias Khouri ha definito così le dimissioni di Rima Khalaf dalla prestigiosa carica di Sottosegretario generale dell’ONU e Segretario esecutivo della Commissione Economico Sociale delle N.U. per l’Asa Occidentale (ESCWA).
Ria Khalaf, giordana, nata in Kuwait, studi a Beiruth e negli USA, sposata con due figli, è stata Ministra dell’Economia e del Commercio in Giordania ed è riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno sui temi della crescita, dello sviluppo e dell’istruzione.
Con l’articolo che le ha dedicato Elias Khouri (21 marzo) e prima ancora la scrittrice irachena Haifa Zangana (7 marzo)  sul quotidiano londinese pubblicato in arabo Al Quds al-Arabi, viene rimesso  al centro dell’opinione pubblica il motivo delle dimissioni di Rima Khalaf,  la gravissima censura operata dal Segretario generale ONU  Antonio Guterres  ,che ha fatto rimuovere dal sito delle Nazioni Unite lo studio di Richard Falk e Virginia Tilley  “Le pratiche di Israele nei confronti dei palestinesi. La questione dell’apartheid”.                                                                                                                                                                              Questo elaborato è parte integrante del più ampio Rapporto dell’ESCWA pubblicato in gennaio “L’oppressione nel mondo arabo e la strada verso la giustizia” a cui hanno lavorato oltre trenta intellettuali provenienti da diversi Paesi arabi, con la presenza di personalità rappresentative delle principali correnti di pensiero oggi presenti  nell’area – tra questi Raghid El Sohl (Libano), M.Marzouki (Tunisia, M.Haytham Manna (Siria).
L’analisi di Khouri sul lavoro svolto da Rima Khalaf nella più importante organizzazione sovranazionale sottolinea l’impegno per riportare al centro dell’attenzione proprio delle grandi istituzioni internazionali, oltre  che dell’opinione pubblica, il tema dei diritti e della democrazia in una vasta area del mondo devastata dalle guerre e dall’oppressione di interi popoli : Palestina, Siria, Iraq, Yemen. 
Leggiamo dall’articolo di Elias Khouri:
Rima Khalaf ha evidenziato che il mondo arabo si trova di fronte a un unico problema che ha due dimensioni complementari: l’occupazione israeliana e l’oppressione nel mondo arabo. Ne consegue che ogni tentativo per separare queste due problematiche aggraverà il divario fra le società arabe al fine di uscire dal ciclo di morte che le affligge.
In conclusione, c’è la necessita che i due rapporti vengano pubblicati in un unico testo. Pertanto, in questi giorni difficili, la cultura e la conoscenza scientifica devono fondare un nuovo orizzonte che permetta la fine di un ciclo ininterrotto di tragedie durato settant’anni.”
Scrive Haifa Zangana:
“ Che cosa ha spinto l’ONU a fare un passo indietro e a censurare tale relazione scritta da un team di esperti dopo un lungo lavoro di ricerca? Secondo alcuni alti funzionari dell’organizzazione internazionale, la censura è scattata sotto la pressione di Israele e di alcuni Stati arabi, in prima linea il Bahrein e l’Arabia Saudita.
 Il rapporto composto da 324 pagine in 8 capitoli denunciava l’oppressione e l’ingiustizia nel mondo arabo, che causano dispotismo, corruzione e l’esclusione di alcune classi sociali alla vita politica. La delicata questione palestinese è trattata in maniera dettagliata, tanto da ricoprire un intero capitolo del lavoro, dove si afferma che dalla Guerra dei sei giorni del 1967 i palestinesi sono soggetti a massacri da parte delle forze israeliane e sono trattati in condizioni disumane.
Il rapporto giunge a due tristi conclusioni finali: la prima è che nel mondo arabo non esiste la democrazia, mentre la seconda è che la comunità araba è quella con il più alto numero di rifugiati al mondo, a causa del perpetrarsi delle ingiustizie nei vari campi (politico, sociale, economico).”
Gli articoli citati e ampi stralci dei Rapporti sono pubblicati sul sito in edizione in inglese di Al Quds al-Arabi.  

MEDITERRANEA   marzo 2017
a cura carlapecis@tiscali.it