Passando per il centro, avrete visto la Piazza del teatro Garibaldi diversa.
I progettisti: Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura, Arch. Giuseppina Farina, Arch. Giulia Abate, Arch. Maria Gabriella Fazzi spiegano di avere accolto con piacere e disponibilità l’invito, rivoltoci dagli architetti del comitato tecnico e scientifico di “MutAzioni”, a donare alla nostra città il progetto per una installazione da collocare in Piazza Umberto I ad Enna. 

All’interno dell’iniziativa, ci sono subito sembrate interessanti e coinvolgenti le collaborazioni e condivisioni già attivate, che trovano da un lato l’amministrazione comunale, la seconda commissione consiliare, il consiglio comunale tutto, dall’altro quattro associazioni di categoria operanti sul territorio quali CNA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, FEDERTERZIARIO.

Il progetto, che fa parte della più ampia iniziativa “MutAzioni”, è stato anticipato alla città in una manifestazione tenutasi alla fine di novembre al Teatro Garibaldi, assieme agli altri tre progetti in fieri riguardanti rispettivamente via Mercato Sant’Antonio, Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Matteotti.
Oggi la sua realizzazione è stata possibile, grazie anche agli artigiani locali, che con grande impegno, disponibilità e collaborazione, hanno lavorato senza sosta per rispettare la data di inaugurazione programmata:
–  La falegnameria Luca Tumminelli per la realizzazione delle opere in legno
–  La ditta Sabatino Savoca per la realizzazione delle opere in acciaio corten
–  La ditta Massimo Varelli Elettroimpianti per la realizzazione dell’illuminazione e degli impianti
–  La ditta Peter Barreca per la realizzazione della videosorveglianza
–  La ditta Geo Lad per la realizzazione delle opere murarie
Tutti hanno creduto al progetto e lavorato con spirito di squadra.
Questa installazione è stata titolata CLUSTER ONE. CLUSTER è un termine che in diversi ambiti scientifici e tecnici indica aggregazione, raggruppamento di energia, o elemento che svolge una funzione catalizzatrice. ONE perché è il primo di una serie di installazioni che muteranno il volto del centro storico e perché, volendo giocare sul nome, se letto in italiano, CLUSTERONE indica un grande cluster.

I principi che hanno generato il progetto prendono spunto dalle funzioni legate all’edificio al quale l’installazione si accosta: la Sala Consiliare (Casa della Politica) e il Teatro (Casa della Cultura). Il progetto vuole creare un’osmosi tra queste due entità, conducendole fuori dal Palazzo, e contestualmente vuole avvicinare i cittadini alla Casa della Politica e della Cultura. La proiezione in avanti della porta significa questo e serve a superare ostacoli e barriere anche fisiche, determinando e favorendo una nuova accessibilità: una porta per tutti. 

Una rampa diviene l‘accesso principale,segnata da portali che si susseguono e che definiscono l’entrata al Palazzo.Ai lati, due differenti sistemi consentono ugualmente di raggiungere il teatro, divenendo, al tempo stesso, sedute e sistema di risalita, ambiti utilizzabili come momenti di pausa per la città, luoghi di aggregazione e di interazione per i cittadini.
Tale assetto, nelle occasioni di maggiore affluenza, consente uno smistamento dei flussi. L’accessibilità assume quindi un ruolo centrale nell’installazione, ed esalta il tema dell’ingresso.
Una priorità, all’interno dell’installazione, è l’interazione con i cittadini. Un’interazione che vuole essere ludica e giocosa. Il fruitore diventa artefice dello spazio che vive, modificandolo e plasmandolo a proprio piacimento. L’ambito definito per la collocazione di sedute componibili si pone ai piedi di due gradonate, prestandosi a possibili rappresentazioni o riunioni all’aperto.
Il disegno del portale in acciaio corten esplica il significato del cluster. Partendo dal basso, i pilastri sono contrassegnati da fori quadrati che salendo si infittiscono sempre più, lasciando il posto a figure sempre più complesse, che scaturiscono dall’aggregazione dei quadrati inseriti dentro una griglia appositamente disegnata e che si offrono all’interpretazione di figure zoomorfe o di utensili e manufatti della vita quotidiana. L’occhio attento dell’osservatore scopre, nella parte sommitale del portale, dei quadrati che si compongono a formare una scritta, che introduce «l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione che può non coincidere con quella degli altri: “COSI’ E’ SE VI PARE”».
Il progetto quindi propone degli spazi che si prestano all’aggregazione, alla sosta, all’incontro e al gioco di grandi e piccoli, uno spazio da utilizzare come palcoscenico contemporaneo della città, in cui i cittadini diventano attori e spettatori.

Abbiamo creduto fosse importante ridare al progetto di architettura, anche se in questo caso effimera, un ruolo primario nei processi di riconfigurazione, riqualificazione, programmazione e sviluppo della città. Ci auguriamo che il progetto “MutAzioni”, oggi alla prima edizione, possa averne delle altre negli anni a venire e riesca ad essere esso stesso un CLUSTER, e quindi attrarre nuove e positive partecipazioni. Con questo spirito, rivolgiamo a chi opera in questo territorio, l’invito a mettere a disposizione le proprie competenze e professionalità al fine del miglioramento dellaqualità della vita.

Tanti piccoli contributi possono determinare dei grandi cambiamenti.