Alcuni avrebbero venduto la marijuana a scuola, in un istituto superiore di Piazza Armerina, nel 2012, durante le ricreazioni. Altri, più grandi, avrebbero letteralmente gestito lo spaccio di erba, e in misura minore anche di hashish e cocaina, a Enna, Piazza Armerina, San Cono, Mirabella Imbaccari, San Michele di Ganzaria, Raddusa e Realmonte. La Procura di Enna ha chiesto 41 rinvii a giudizio per l’inchiesta “Zero in condotta”, che a febbraio 2014  ha portato a una raffica di arresti dei militari della Guardia di Finanza di Enna e della Tenenza di Piazza Armerina. Tre anni fa, più nel dettaglio, fu eseguita un’ordinanza a carico di 43 persone, emessa dal Gip di Enna (non per tutti però fu disposto il carcere: alcuni furono posti ai domiciliari, altri ebbero solo misure non detentive, come l’obbligo di firma).
La maggior parte degli indagati fu scarcerata quasi subito. A influire, tra i vari elementi fatti valere dalle difese, fu la bocciatura della legge “legge Fini-Giovanardi”, a opera della Corte Costituzionale, che ha ripristinato – proprio in quel periodo – la distinzione fra droghe leggere e pesanti, ridimensionando le accuse che, appena poche settimane prima, avevano portato all’emissione di una maxi-ordinanza. Adesso la richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal sostituto procuratore Francesco Rio, che ha coordinato l’inchiesta. E l’udienza preliminare si sarebbe dovuta aprire a marzo, ma il Gup si è astenuto. Dunque s’inizierà il 23 maggio dinanzi al Gup Vittorio La Placa.