Polemiche e silenzi con una sola protagonista: la Juventus. La Serie A è come un libro aperto oramai per i tifosi della Vecchia Signora, le partite scivolano via tra l’indifferenza degli addetti ai lavori, quando gli episodi sono sfavorevoli a Madama, e l’indignazione che regna sovrana in caso di presunti favori. Ultimo è quello dell’espulsione di Acquah che, nell’entrata su Mandzukic, per molti non meritava il secondo giallo perché tocca per primo il pallone. Vedere, in seguito, sobbalzare il croato viene immediatamente incluso nella cartella “dettagli insignificanti” da molti esperti opinionisti pallonari delle televisioni. La reazione di Mihajlovic che entra in campo come un canguro australiano rientra invece nelle garbate modalità di protesta dell’allenatore serbo, uno che quando giocava dava dello “Sporco negro” a Vieira e adesso si sente ferito nell’orgoglio se dagli spalti gli danno dello zingaro.
Rendetevi conto che stiamo parlando del derby di Torino, che ha occupato le cronache sportive per questi episodi piuttosto che per il risultato decretato dal campo. L’1-1 finale è figlio di una magistrale punizione di Ljaic, con Neto spettatore non pagante, e la ventiquattresima firma in campionato di Gonzalo Higuain. Nel complesso si è vista una Juve arrembante ma con la testa all’imminente impegno europeo ed un Torino che nell’unica occasione avuta sigla il vantaggio e che si è difeso anche abbastanza bene. Ai bianconeri manca un solo punto per la matematica certezza del sesto scudetto consecutivo, che significherebbe record e leggenda, già a partire dal prossimo turno in casa della Roma ogni momento potrebbe essere quello giusto.
I giallorossi faranno di tutto per posticipare la festa bianconera, specie dopo la sonora vittoria in casa del Milan. A San Siro sono emersi i reali valori di entrambe le squadre: di una Roma mai doma che ha saputo mettere sotto braccio un Milan spento e molle che ha nel solo Donnarumma la speranza del futuro. Per il resto si tratta di squadra da rifondare totalmente. Da segnalare la quarta espulsione nello stesso campionato per Gabriel Paletta, ad un passo dal record delle cinque. Per questo caro Gabriel, non mollare, provaci ancora perchè la gloria eterna ti attende.
Gode anche la Lazio che si assicura un posto nella prossima Europa League con le sette reti segnate alla Sampdoria di Giampaolo. Le aquile romane sono un fiume in piena, uno stato di grazia che da settimane accompagna Immobile, Keita Balde, Milinkovic-Savic e tutti i ragazzi terribili di Inzaghi, bella sorpresa di questo campionato assieme all’Atalanta di Gasperini.
L’Inter invece continua imperterrita nel suo processo involutivo che ha concretizzato l’ennesima sconfitta, stavolta per mano del Genoa dell’ex Pandev che ha la fortuna di realizzare un gol importantissimo per la salvezza dei liguri. Un gol che trafigge però la squadra con la quale il macedone ha collezionato i suoi principali successi in carriera. Il calcio è questo, dà e toglie allo stesso tempo.
Saluta la Serie A il Palermo che, dopo il pareggio col Chievo, ritorna tra i cadetti in attesa di un futuro più sereno e di una organizzazione dirigenziale. Ai rosanero l’augurio di risalire dove meritano di stare, dove hanno trascorso momenti indimenticabili, e di rivedere il Barbera gremito perchè Palermo merita e i suoi tifosi non sono da meno a nessun altro.
Voglio soffermarmi infine sul curioso incidente accaduto a Mehdi Benatia nel post derby di sabato, quando ai microfoni di Rai Sport si è sentito epitetare come “marocchino di merda” da un tecnico/operaio/dipendente Rai. Curioso cercare di coprire tutto facendolo passare come un problema tecnico per poi iniziare lo scaricabarile immancabile. La Juve ha chiesto spiegazioni e scuse formali dalla Rai che risponde dicendo di non avere a che fare con l’accaduto. Se conosco queste logiche direi che la storia andrà avanti ancora a lungo, e mentre si cercherà di riparare questo “problema tecnico” Benatia avrà altro a cui pensare, di molto più importante. E insieme a lui milioni di tifosi. Per alcuni potrebbe essere un sogno, per altri l’incubo da evitare ad ogni costo in questo Maggio italo europeo.