Leonforte – Iniziamo dal basso, inteso come statura. La voce di un bimbo, ferma e pacata quasi fosse un uomo maturo, al microfono conclude il suo intervento, in una calda mattina di giugno. “…sindaco, bisogna fare qualcosa”. Una volta si chiamava “educazione civica”, una frase così. Quando era una disciplina di studio a tutti gli effetti. E quel “bisogna fare qualcosa” si riferisce a quanto esplicitato qualche rigo più in là, si capisce.
Alla vigilia della festa della Repubblica, gli alunni di quinta elementare della scuola Nunzio Vaccalluzzo hanno incontrato le Istituzioni. Una sala consiliare gremita, quella di ieri, che ha visto il sindaco Francesco Sinatra, l’assessore all’istruzione Rosa Elena Pedalino e il Presidente del Consiglio comunale Nino Di Naso impegnati a spiegare ai giovani cittadini “come funziona” la casa comunale. “Si è soliti pensare, erroneamente, che il Comune è qualcosa che appartiene ad altri. No, appartiene a tutti noi”, queste le parole di Sinatra al giovane pubblico attento.
Dialogo con il Consiglio comunale, cos’è un dissesto, come funziona un piano di risanamento economico e cosa è un PRG – Piano Regolatore Generale – , sono stati questi i temi affrontati, prima di sottoporsi alle domande dei bambini. Interessanti gli interventi dei giovanissimi cittadini, i quali si sono mostrati con i loro quesiti fortemente motivati verso la condizione precaria delle strade e di pubblici edifici come Palazzo Gussio (cfr la frase in apertura, quella del bimbo maturo).
Il momento di confronto tra scuola e istituzioni si inserisce all’interno dell’articolato progetto “Mediterraneo…culla di un mondo che accoglie”, curato dalle insegnanti Mariella Calì, Rita Censabella, Antonella Licciardo, Rosalba Vaccalluzzo, Sonia Cassarà, Cettina Lombardo e Giovanna Lanieri. “Questo momento si intreccia ai lavori già fatti in occasione della settimana della legalità di Enna”, ha precisato una delle maestre che ha poi illustrato in modo più ampio le fasi salienti di tutto il progetto. L’accoglienza vista – e interpretata – dai bambini.
Accoglienza che non resta un mero concetto astratto, come se appartenesse sempre agli altri, ma che ha assunto le sembianze degli otto ragazzi del Centro per minori non accompagnati di Aidone e Pergusa, accolti con entusiasmo dai bambini. Interpretata da questi in una splendida performance di danza, sotto la guida della maestra Grazia Vita, le cui coreografie sono state metafora del distacco dalla terra natìa, la traversata, l’accoglienza. La legalità, del resto, passa anche da lì. E da quel “bisogna fare qualcosa”.

Alessandra Maria