Caro Marxiano, resta lì dove sei.
Qui non c’è niente da mangiare e da bere, specialmente niente da pensare.
La dialettica marxista tu mi insegni si svolge così: a una tesi si contrappone un’antitesi e si raggiunge la sintesi. Questa è la base, ma non intendo confondere qualche uno del PD appena tesserato che pensa sia il partito dei “canoisiti” nel mare magnum dell’improvvisazione. Sipario.
Ora e qui non c’è posto per la riflessione, c’è solo posto per l’antitesi. Sì, ti chiederai come sia possibile un mondo politico dove prevale la negatività della posizione, non c’è né confronto né superamento della tesi. 
Insomma c’è solo posto per la negazione. Anche per il negazionismo a dire il vero! Nella memoria immortale senza spazio e senza tempo di internet troverai caro marxiano, l’impressionante affermazione di un dirigente, e cioè egli avrebbe il piacere di intitolare una strada a Pino Rauti, l’ “alto e nobile”.
Egli farebbe questo pensiero su base della “riconciliazione”. La riconciliazione tra chi dunque? Tra fascisti e antifascisti? Perfino questo mettiamo in discussione? Quale identità per il PD? Per Dirti, Più Domande, Per Dio…
Caro marxiano qui il peso del reato di un profugo è più condannabile di quello di un italiano (cit. Serracchiani), qui gli immigrati danneggiano il turismo (cit. Barbagallo) e così via. E invece di espulsioni allarghiamo la cerchia. Qui non si elabora, ognuno nega quello che era stato detto prima, dico in principio, in origine democratica. Qui la “Futura umanità” socialista, l’eguaglianza e la ricerca della libertà si sono diluite nello shaker di qualche barman che ne ha fatto un cocktail che si chiama “società liquida” e paghiamo perfino 7 euro per berlo.
“Chi siamo? dove andiamo? Ma soprattutto ci sarà posto?”
Qui le ragazze e i ragazzi  della giovanile si dimettono perché non sono più nella condizione di fare politica, compiendo un atto di grande coraggio e affermazione, il partito si svuota? Ma a chi nuoce? C’è una “nuova” generazione di trasformisti che sventola bandiera “janca” pronta a posizionarla su questo pianeta PD ormai spopolato.
I circoli non fanno i tesserati e i tesserati non fanno i circoli. Non fa una piega dal punto di vista logico eppure dal punto di vista politico è l’apocalisse! 
E poi “non si deve più litigare, ma lavorare per il bene comune”.  Caro marxiano, per te queste parole niente vorranno dire. Ma perché se si litiga non si può raggiungere il bene comune? E come si considera  cosa è questo “bene comune” se non si discute? Ma questi come pensano di farla la politica applicando i 10 comandamenti? Dopo i 5 Stelle assisteremo al movimento 5 Sorrisi in cui viviamo tutti contenti senza capirci veramente un Keiser. 
Qui c’è paura del confronto perché non ci sono idee forti, ma parole vuote. Quante volte in un incontro di opinioni divergenti si ha paura di litigare? Troppe. E dopo che si litiga che fa si muore? Quale democrazia staremmo difendendo quindi mi domando…
Caro marxiano, ma lì come si sta?
 
Un saluto,
Valentina Rixxo