Torno a scrivere, abbandonando per una volta il taglio tipico della cronaca o di una recensione teatrale. Torno a scrivere per parlare di un momento unico, che mi ha coinvolta circa due mesi fa assieme ai protagonisti dell’Associazione Culturale Musicale Armonie Siciliane. Il Natale appena alle spalle, il clima natalizio che sprigiona la sua magia, ancora, nella piccola e accogliente Valguarnera. Il momento giusto per organizzare Armonie d’Incanto, il concerto che ha tenuto a battesimo l’attività della neocostituita associazione. Ho avuto la fortuna di presentarlo, quel concerto. La fortuna di capire e apprezzare gli slanci del Maestro Margherita Lauria, clarinettista notevole, e di Michele Maugeri, sassofonista, che poi insieme a Gino Rotondo – sassofonista anche lui – sono l’anima di questa realtà nata nell’ottobre del 2017.
Musica e passione, o musica e coraggio? I tre, con la collaborazione di altri professionisti provenienti dal circuito siciliano, vogliono diffondere e far conoscere ogni sfumatura caratterizzante la cultura musicale. Non poteva  che aprirsi con un classico natalizio, la serata, trasformatasi subito in un viaggio nel tempo e nello spazio. Scaramouche di Darius Milhaud, Concert Piece n°2 di Felix Mendelssohn. Le impressioni notturne metropolitane evocate da Nuit Blanche di Alain Crepin, che hanno preceduto il dialogo a due dei Clarinetti all’opera di Nunzio Ortolano, vera e propria passeggiata immaginifica dentro una galleria d’arte in cui apprezzare istantanee musicali di celebri opere come Rigoletto, Aida, Carmen, Traviata, Barbiere di Siviglia, tutte incorniciate da toni lievi, ineffabili.
Ad alternarsi nell’esecuzione dei brani i maestri Alessandro Gianola e Eva Crocellà, clarinettisti di Caltagirone, Margherita Lauria, il maestro Mattia Mammano, pianista, Michele Maugeri, Gino Rotondo, il maestro Monica Maddiona, violinista di Piazza Armerina, la percussionista Marianna Calcagno e il quartetto Sax Fantasy, composto da Maugeri, Rotondo, Giuseppe Rizzo e Andrea Vullo.
Una sperimentazione continua, quella di Armonie Siciliane, che si apre ad infinite possibilità, tante quante sono quelle offerte dalla creatività, l’arte e la cultura musicale. Dove sono diretti, questi talenti? Verso l’alto, tra eventi, concerti, corsi, masterclass, concorsi, rassegne e stagioni concertistiche. “Veniamo da una realtà in cui tanto dobbiamo all’esperienza bandistica, ma pensare che la musica sia tutta concentrata entro questi confini è errato. La musica è anche, è oltre. Si ammanta di velleità conoscitive, educative, oltre che culturali.
Cosa mi rimane di quella serata? Quando penso a Margherita, Michele e gli altri, restano vividi gli sguardi accesi dinanzi alle infinite potenzialità di sviluppo per un intero territorio. Passano davvero attraverso la musica? La risposta è sì. Passano anche e, oserei, necessariamente attraverso la musica. E quando ne ribadisco la necessità penso ad esempi già affermati. El Sistema, il modello didattico musicale ideato e promosso da José Antonio Abreu in Venezuela (e che oggi vanta una capillare diffusione anche all’estero), è l’inconfutabile prova che a credere e puntare sulla musica si vince comunque. Dalle scuole di Abreu, a libero accesso per bambini che nella musica hanno trovato un’opportunità di crescita, sono usciti anche direttori d’orchestra e musicisti di fama internazionale.
A scommetterci, sulla musica, si deve. È esperienza emozionale. Primordiale, persino. Basta fermarsi un attimo e pensare che il nostro approccio alla vita, nel grembo materno, avviene attraverso il ritmo. Il battito del cuore materno è ritmo, suono. È ciò che ci resta dentro di istintivo, come simbolo di vita. Ci siamo lasciati così quella sera, in completa simbiosi tra musicisti e pubblico. Un buon auspicio per la stagione concertistica che i ragazzi si apprestano a organizzare. L’occasione giusta per parlare ancora di didattica e di futuri talenti di cui andare fieri.
Alessandra Maria