IX Incontro Mondiale delle Famiglie
Sessione sul tema:
“La Famiglia Cristiana celebra il Giorno del Signore”.
Dublino, 24 Agosto 2018

Sintesi dell’intervento di Salvatore Martinez, ennese e presidente del Rinnovamento dello Spirito.
«La vera crisi, la madre di tutte le crisi è spirituale! Tutte le crisi a cui assistiamo – antropologica, morale, culturale, sociale, politica, economica – sono una diretta conseguenza della crisi spirituale che sta attraversando la famiglia, in Oriente come in Occidente. Papa Francesco, in Amoris Laetitia, dedica il capitolo IX della Sua Esortazione proprio al tema della “spiritualità familiare e coniugale”. Il Santo Padre così scrive: «La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti, di varietà di incontri e di doni» (n. 315). Dunque occorre che nelle nostre case torni a vivere un “progetto spirituale”, coniugale e familiare insieme. Ma senza l’apertura all’azione dello Spirito Santo, che è il vero assente della vita familiare, questo non sarà possibile. «È lo Spirito che dà la vita» insegna Gesù (Gv 6, 63). Se la famiglia è viva, se torna a vivere dentro dinamiche d’amore, è destinata a dare vita al mondo, un mondo che manca di visione e di passione! È viva, la famiglia, se si rigenera spiritualmente senza arrendersi dinanzi al male, ai tanti mali che ogni giorno la colpiscono. Oggi è in crisi l’arte di vivere l’amore, perché è in crisi l’esperienza spirituale del “vangelo della Famiglia” che facciamo nelle nostre case. I nostri figli non muoiono per mancanza di pane o di lavoro; soffrono e muoiono per mancanza di amore! Questa è la più grande tragedia che si sta consumando e che ha due implicazioni gravi: è andata in crisi l’educazione cristiana in famiglia ed è in crisi la trasmissione della fede nelle nostre case. La presenza dello Spirito, in famiglia, si alimenta innanzitutto pregando insieme e permettendo a Dio di visitarci nelle nostre relazioni, nei nostri limiti, nelle nostre attese, ogni giorno, in ogni circostanza. L’unità di un popolo e di una nazione è innanzitutto un fatto spirituale: niente più che la preghiera è antidoto alla solitudine, all’esclusione sociale e ai tanti conflitti intergenerazionali a cui assistiamo nella storia e che purtroppo hanno origine all’interno delle nostre case. Non possiamo attenderci che le Chiese siano piene se le case sono vuote! Non possiamo sperare che le nostre liturgie siano ancora apprezzate nelle comunità se nelle nostre famiglie la preghiera non è di casa! Della preghiera, però, occorre avere una visione più ampia. Si tratta di recuperare un linguaggio spirituale, una fede interiorizzata, una capacità di silenzio più profondi. Ed ecco cosa accade: se i genitori tornano a pregare ritrovano un linguaggio spirituale per educare i loro figli; se i figli pregano, imparano a stare in comunione fra di loro e con i loro genitori, perché in comunione con Dio; se la famiglia prega, rimane incarnata nella Chiesa e nella società, acquista nuove energie da spendere al servizio degli altri, è più forte nelle prove, costruisce la storia senza delegare ad altri la propria responsabilità».