di Josè Trovato

PERGUSA (ENNA). Bastava fare un po’ di luce con gli abbaglianti, un colpo di clacson o addirittura un fischio. E subito gli spacciatori, un gruppetto di extracomunitari – tre gambiani e due nigeriani tra i 22 e i 36 anni ospiti del centro di accoglienza del Villaggio di Pergusa sono già indagati a piede libero – accorrevano dal cliente in mezzo alla strada a ritirare l’“ordinazione” e consegnare la marijuana.
Sarebbe andata così per almeno otto mesi nella frazione di Enna, a opera di un gruppetto di giovanotti scoperti dalla Squadra Mobile e iscritti sul registro degli indagati dalla Procura di Enna nell’ambito dell’operazione “Black Lake”. Da gennaio i poliziotti, diretti dal vicequestore Gabriele Presti e dal commissario capo Emanuele Vaccaro, hanno tenuto sotto controllo i movimenti dei giovani spacciatori e intercettato più volte, segnalandoli in Prefettura per la sanzione amministrativa prevista in questi casi, i loro clienti. E così questa mattina è scattata la perquisizione, disposta dal pm Francesco Lo Gerfo e dal procuratore Massimo Palmeri, all’interno della struttura.
Gli inquirenti: era un “vasto giro di spaccio”
La polizia parla senza mezzi termini di una “fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, gestita e condotta da soggetti extracomunitari ospiti del predetto centro di accoglienza”. La dinamica, secondo gli inquirenti, è quella descritta sopra: i compratori, soprattutto giovani ennesi, arrivavano a piedi o in macchina. Si avvicinavano al centro di accoglienza e contattavano i pusher. Non serviva neppure avvicinarsi troppo, perché loro erano lì, per strada, a ridosso della statale 561 “pergusina”, apparentemente senza motivo. Ma il motivo invece c’era, hanno scoperto gli agenti, e lo sapevano bene pure i compratori: comprare la droga. Loro arrivavano, facevano “un fischio”, lampeggiavano con i fari della macchina o clacsonavano, per richiamare l’attenzione dello spacciatore. Poi i venditori si mettevano in moto per recuperare la droga, nascosto nelle vicinanze o addirittura all’interno della struttura che li ospitava. E effettuavano la consegna, in cambio di denaro. Per la Squadra Mobile è andata proprio così. Si parla di “decine di transazioni al giorno, cedendo anche diverse dosi marijuana nel singolo scambio”. Gli indagati a piede libero hanno già ricevuto l’informazione di garanzia.
Il blitz è scattato all’alba
La retata, come detto, è scattato all’alba di oggi, ad opera degli stessi agenti della Squadra Mobile e delle Volanti (oggi Upgsp, acronimo di ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico) di Enna, del reparto di prevenzione crimine della Sicilia orientale e delle unità cinofile antidroga della Questura di Catania. Destinatari delle perquisizioni, come detto, erano tre gambiani – due omonimi fra loro, S.E. di 23 e 22 anni, e K.S. di 36 – e i due nigeriani A.I. di 27 e I.A. di 25 anni. Nel corso delle perlustrazioni, però, un altro gambiano, B.M. di 29 anni, è stato denunciato a piede libero, perché a sua volta sarebbe stato trovato in possesso della droga. Quest’ultimo, secondo quanto comunicato dalla polizia, aveva 7,7 grammi di erba, già divisa in dosi pronte per lo spaccio. E pronti per lo spaccio sarebbero stati anche i 16,4 e i 16 grammi trovati in possesso di altri due. Coloro che avevano l’erba – per gli altri la perquisizione ha dato esito negativo – sono stati dunque denunciati a piede libero. Ma l’inchiesta prosegue.
Il video della polizia:
Black Lake – primo filmato