Si presentava con i suoi doberman cercando, di convincere la sua vittima – il dipendente di una concessionaria d’auto – di essere un pericoloso esponente mafioso, sperando di risolvere in suo favore un contrasto maturato nel noleggio di una macchina. E l’avrebbe letteralmente perseguitato per circa due mesi, pronunciando, al telefono o di presenza, frasi del tipo: «Ti faccio fare fuori con la lupara bianca», «ti faccio scogliere nell’acido», «tu non sai contro chi ti sei messo!», «non ho paura di sbirri e carabinieri!», «io in carcere ci sono già stato!».
Il protagonista, un quarantaduenne ennese indagato per stalking, di cui sono state rese note solo le iniziali, M.G.P., ha ricevuto adesso un divieto di dimora a Enna. E quando i poliziotti sono andati a notificarglielo, prima ha finto di non trovarsi a casa, poi – forse sperando di intimorire gli agenti – ha iniziato a borbottare qualcosa a sé stesso: “Stai calmo, stai calmo”. Ovviamente però i poliziotti non si sono lasciati spaventare e lo hanno bloccato.
Il divieto di dimora è stato emesso nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Enna, diretta dal procuratore capo Massimo Palmeri, ed eseguito dagli uomini della squadra mobile, coordinati dal vicequestore Gabriele Presti e dal commissario capo Emanuele Vaccaro.
Secondo gli inquirenti, l’indagato avrebbe perseguitato non solo la vittima ma anche i suoi familiari e i colleghi, più altri dipendenti della concessionaria.
Più nel dettaglio, spacciandosi per pericoloso esponente mafioso, si sarebbe più volte presentato nei luoghi di lavoro della vittima, in più sedi della Sicilia, e anche in quelli frequentati dai familiari, con al seguito gli immancabili doberman, perché le minacce avessero un maggiore effetto scenico.
La vittima e i suoi familiari, nonché i colleghi dello stesso, vivevano ormai da circa due mesi in un profondo stato d’ansia. Ma soltanto negli ultimi giorni avevano avuto il coraggio di fare una nuova e più articolata denuncia, ormai afflitti dalla situazione asfissiante. Pare che lo stalker trascorresse intere giornate in continue minacce e atti intimidatori contro la vittima.
Così, una volta emesso, in tempi brevissimi, il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria di divieto di dimora a Enna, i poliziotti della Squadra Mobile si sono subito messi alla ricerca dell’uomo, per impedire ulteriori atti intimidatori. Finché non l’hanno arrestato e gli hanno notificato, con qualche difficoltà “tecnica”, il provvedimento. Se trasgredisse la misura cautelare personale, fanno notare gli uomini del questore Antonino Pietro Romeo, “andrebbe incontro ad un probabile aggravio in carcere, ancor prima del processo”.