“È positivo che alle aziende agricole non assicurate contro le avversità atmosferiche e climatiche sia stata concessa la deroga perché possano ottenere indennizzi per i danni da maltempo. Nessuno dimentichi, però, i lavoratori di queste aziende che paradossalmente rischiano di restare esclusi dalle tutele previdenziali. Il danno e la beffa per centinaia di migliaia di braccianti e per le loro famiglie, in tutta Italia. Sono gli effetti della legge statale 247 del 2007 che è profondamente ingiusta, penalizzante, sbagliata. Governo e Parlamento intervengano subito. Lo chiediamo dalla Sicilia, una delle regioni più tragicamente colpite dai nubifragi di queste settimane”.
Lo ha affermato il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, oggi – giovedì 22 – a Enna per il Primo Attivo dei dirigenti Uila, Filbi, Uimec e Uila Pesca delle province siciliane.  La riunione, che s’è aperta ricordando le vittime “di nove anni di stragi per alluvione da Giampilieri a Casteldaccia”, è stata convocata dal segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino, e presieduta dal segretario regionale Filbi, Enzo Savarino. “Vogliamo dare risposte, proporre soluzioni, dopo le recenti ondate di maltempo che – spiega Marino – hanno portato morte ma anche devastato strutture agricole, colture, allevamenti e persino flotte di pesca con effetti evidenti ancora nei prossimi anni. Da questa situazione eccezionale è nata questa assemblea straordinaria, assolutamente inedita, di tutti i dirigenti della Uila siciliana e delle altre organizzazioni di settore. La Filbi, che riunisce i lavoratori dei Consorzi di Bonifica, la Uila Pesca e l’Unione italiana mezzadri e coltivatori diretti-Uimec, oltre ai coordinamenti del personale Esa e Aras”.
Stefano Mantegazza, soffermandosi sui “disastri occupazionali creati dalla legge 247”, ha lanciato da Enna un appello-proposta: “Sollecitiamo modifiche normative che prevedano per tutte le aziende l’obbligatorietà di attivare il piano assicurativo agricolo. In alternativa, si assicuri l’automaticità dei benefici per i lavoratori che abbiano svolto l’attività nelle aziende per le quali è stato riconosciuto il danno da calamità naturale.  La Uila, inoltre, chiede al Governo che per gli anni 2018 e 2019 vengano applicate in deroga le tutele previdenziali a tutti i lavoratori agricoli già occupati nelle aziende che quest’anno sono state colpite da alluvioni”.
Nel corso della riunione sono stati presentati da Nino Marino i numeri – “davvero significativi, in tempi di crisi” – della Uila in Sicilia che tra il 2016 e il 2018 ha confermato il proprio consenso tra i lavoratori passando da 20 mila 273 a 20 mila 958 tesserati. Interessante, inoltre, il dato sugli stranieri iscritti alla Uila: sono 3 mila 584 in totale, di cui oltre 2 mila (mille840 uomini, 201 donne) nella sola provincia di Ragusa. Seguono Catania, Agrigento, Siracusa, Trapani, Messina, Palermo, Enna e Caltanissetta. Le comunità di origine più consistenti negli elenchi Uila sono formate da tunisini, marocchini e indiani in terra iblea, mentre a Catania, Agrigento, Enna e Caltanissetta il gruppo prevalente è rumeno. A Messina, Palermo e Trapani risulta particolarmente numerosa la presenza tunisina insieme con quella proveniente dalla Romania.