di Nunzia Villella

In attesa della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la mente torna a un libro inchiesta di Oriana Fallaci,  pubblicato  negli anni del femminismo ma attuale più che mai, in cui l’autrice ci porta nel suo viaggio intorno al mondo, ma anche  “intorno alle donne” , per mostrare realtà ancora oggi poco conosciute. Un  libro in cui la parola “violenza” non viene utilizzata molto, ma trapela continuamente nelle storie raccontate e negli occhi velati di un’amica che definisce il sesso femminile inutile. Un viaggio che comincia con il matrimonio di una sposa bambina, in Pakistan. Una stilettata al cuore la bimba vestita di rosso, pesantemente truccata con qualche lacrima “quieta” che scivola lungo le ciglia… Un viaggio che continua in India e che porta l’autrice a incontrare RaJkumari Amrit Kaur, quante persone oggi ricordano questo nome? Giudicata dagli inglesi come un “pericolo pubblico”, la figlia del maharaja di Kapurthala  si occupò con passione della questione femminile passando dalla politica alle  ragazzine  che incitava a disubbidire ai genitori  che impedivano loro di portare i calzoncini per giocare a tennis perché “è mai possibile fare una rivoluzione se non si disubbidisce?”. Ma le donne “più felici del mondo”  (se esistono)  la Fallaci le incontra in Malesia, sono le matriarche che  “vivono dentro le foglie” ossia dentro la giungla  e  incontrano i mariti  una volta al mese “se hanno voglia di stare con loro” per poi rispedirli dalle madri o a lavorare in città.
Un pianeta di donne  che passa da Hong Kong, dove le bambine  erano costrette a fasciarsi i piedi  a 5 anni per rimpicciolirli perché  “le ragazze coi piedi grossi non trovavano marito”.  Immancabile il passaggio a Kyoto per conoscere le misteriose gheishe.  Un viaggio che si conclude nella già modernissima New York, dove “la donna americana è un uomo che ha il diritto di votare ma non ha il dovere di andare in guerra” ma in cui il progresso ha costretto le donne  a vivere un perenne confronto con gli uomini.  
E oggi? Cos’è cambiato dagli anni in cui fu scritto il libro? Le ragazze di oggi conoscono le storie delle donne di ieri?  La Fallaci, che evitava di scrivere di “problemi femminili” perché “le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire un argomento a parte”, riesce a portare a termine il viaggio e l’inchiesta, offrendo, ancora oggi, una fotografia su parti del mondo pressoché sconosciute, e  storie al femminile uniche, nel dolore ma anche nel riscatto. Un esempio di come si possa parlare di “violenza sulle donne”  anche attraverso la conoscenza di mondi diversi e senza retorica.