Giovedi scorso davanti la stele della piazza Rosario Livatino è stata depositata una corona di alloro per ricordare Gaetano Giordano, l’imprenditore riesino ucciso dalla mafia il 26 Novembre del 1992 a Gela perché si rifiutò di pagare il pizzo. Una manifestazione realizzata  per il secondo anno di fila dall’imprenditore di Riesi Eugenio Di Francesco. “Per il secondo anno consecutivo – afferma Di Francesco – Riesi ricorda Gaetano Giordano, che è nato a Riesi nel lontano 1937 e visse qui fino all’età di quasi 18 anni per poi trasferirsi a Gela dove inizia la vita lavorativa. Il perché della manifestazione vuole essere occasione di memoria di fronte ad un figlio ucciso dalla mafia solo perché si rifiuta insieme ad altri di pagare il pizzo. Un tra le tante vittime innocenti mai ricordate a Riesi, solo nel 2012 Arturo Testa riconosce il premio “Orgoglio Riesino” alla moglie Franca Evangelista”.
Secondo lei questa manifestazione, è stata percepita dai suoi concittadini?
“È difficile parlare di percezione, di fronte alla lotta vera contro le mafie. Sono occasioni di crescita non solo civile ma di contrasto alla cultura dell’omertà e del silenzio. Non mi aspettavo un folla di popolo, non abbiamo parlato di mafia passata, ma di uomini e donne che ancora oggi sono vivi e presenti nel nostro paese. La paura, il farsi vedere a manifestare rende ancora la città chiusa in sé stessa, ma occorre iniziare, scuotere le coscienze, far capire che la gente perbene è più numerosa di quelli che hanno impugnato armi o che hanno avuto solo il coraggio di togliere denaro, attraverso il racket delle estorsioni, agli imprenditori e commercianti. Riesi ha bisogno di piccoli passi, ma saranno efficaci per un nuovo rinnovamento culturale. Nella cerimonia non è stato ricordato solo Giordano, ma per la prima volta dove più di vent’anni vengono ricordate le tre vite riconosciute dallo stato come vittime innocenti di mafia: Luigi Volpe, Calogero La Piana, Pino Ferraro. Uomini mai ricordati”.
Ecco a  proposito di queste  tre persone  uccise, come componente dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, farete altre iniziative dedicate a loro?
“Spero che ogni anno venga fatta la Giornata della memoria nel mese di novembre come già sta avvenendo da due anni. Cercheremo di creare dei momenti non solo per ricordare ma per incentivare la cultura del non silenzio contro ogni forma di violenza, dal bullismo alla violenza sulle donne, ai casi di corruzione e concussione. Seguendo il tema dato, che è “Prevenzione educazione e repressione”. La strada è lunga ma dobbiamo fare in modo che la parte sana di Riesi esca di casa per dire No! Di certo c’è che all’appuntamento mancava tanta gente anche dal mondo politico e associativo. Credo che sia di grande importanza la scelta che questa amministrazione farà di costituirsi parte civile nei processi di mafia. Sarebbe la prima volta nella storia di questo paese. È un atto di coraggio e di responsabilità che il nostro sindaco ha preso e di questo ne siamo grati come città, per demolire la mafia occorre aggredire il loro patrimonio attraverso la confisca dei beni, e assegnarli alle associazioni o enti che ne facciano un uso di legalità e renderli a disposizione della città stessa. Se vogliamo renderci protagonisti attivi occorre fare delle scelte chiare e precise, e credo che siamo sulla buona strada, il 22 novembre sarà una data storica per questa cittadina che ha voglia di riscatto ma deve trovare la forza per reagire e contrastare ogni forma di ingiustizia.  Da oltre vent’anni la mafia toglie il sangue agli esercenti e non si trova il coraggio di denunciare, forse per paura? Per abitudine? Forse perché è ormai diventato un rito? Penso di no! Occorrono coraggio e determinazione”.

Giuseppe Montedoro