Una “ricetta” capace di mescolare insieme la creatività di Chef d’eccezione; la generosità di numerosi sostenitori e sponsor; la disponibilità di personaggi famosi che mettono al centro il cuore. Questo è «L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore», l’iniziativa id “Si nasce liberi ma si può morire schiavi, non solo per indigenza, ma anche a causa di quelle povertà, morali, sociali e culturali che ci fanno diventare prigionieri di una società incapace di mettere al centro la dignità dell’uomo. Oggi a fare notizia è il business, a vincere è l’azione commerciale: con il ‘Pranzo d’Amore’ noi intendiamo proporre una sfida per superare la «cultura dello scarto», come afferma Papa Francesco, e ‘investire in umanità’, a partire da quella considerata ‘perdente’. Dio può far sorgere figli dalle pietre: anche i cuori più duri possono aprirsi!”.
Questa la dichiarazione dell’ennese Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo e della Fondazione Alleanza del RnS, che ha sottolineato la sfida della macchina organizzativa, del superamento di tutte le resistenze per promuovere, durante tutto l’anno, “azioni sistemiche a favore dei detenuti fuori dal carcere, dove occorre preparare il reinserimento sociale dei detenuti, soprattutto a sostegno delle famiglie che vivono in condizioni economicamente disagiate”. Secondo Martinez, infatti, “includere la misericordia a fianco alla giustizia e supplire alla carenza degli Ordinamenti vigenti, non è un compito solo dello Stato, ma è un dovere della società civile”.
Ad intervenire subito dopo è stata Marcella Clara Reni, Presidente di Fellowship Italia onlus che, rilevando il numero significativo di imprese del territorio che si sono prodigate in questa staffetta di generosità, fornendo prodotti e materie prime, ha ricordato che “l’ingrediente principale è l’amore, lo sguardo con cui i volontari servono per far sentire primi gli ultimi”. Alla domanda “chi ve lo fa fare?” – ha aggiunto inoltre Reni – “occorre rispondere con fatti concreti, vincendo lo stigma sociale dell’indifferenza e raggiungendo tutte le periferie esistenziali possibili”.
Presente al tavolo dei relatori anche don Raffaele Grimaldi, Ispettore Generale dei Cappellani Penitenziari in Italia, che ha posto in evidenza la bellezza di questa “esperienza di amore vero”, per cui chi entra nelle Carceri “pensando di curare le ferite altrui, ne esce rinnovato nell’animo e guarito”. L’intento, ha proseguito inoltre Grimaldi, è quello di “donare un messaggio di speranza ai detenuti: una speranza che va sempre alimentata per uscire fuori dal dramma della detenzione. Non dimentichiamoci mai che quando entriamo in un Istituto penitenziario siamo consapevoli che chi vive dietro le sbarre ha ricevuto una sentenza umana; ma c’è altro: prima di tutto c’è sempre la giustizia di Dio, che salva e redime ciascuno di noi”.
“Condividere un pranzo è un modo per dare una seconda possibilità, perché c’è in ogni uomo la volontà di migliorare”. Lo ha affermato Nancy Brilli, attrice che, per la prima volta, aderisce all’iniziativa insieme a tanti altri testimonial, tra cui la cantautrice Mariella Nava, i comici Marco Capretti, Max Pieriboni e Francesco Rizzuto, il conduttore e attore Max Laudadio e il conduttore Alessandro Greco con la moglie Beatrice Bocci. La Brilli – da poco testimonial anche del “Telefono Rosa”, ha fatto riferimento al proprio percorso di vita, durante il quale ha “scoperto la predisposizione verso l’altro” e si è detta particolarmente interessata all’iniziativa. “Credo molto nel lavoro che state portando avanti – ha proseguito – e credo nel recupero, fondato sulla fiducia, sull’ascolto e sulla condivisione: la punizione fine a se stessa non porta da nessuna parte. Da donna vicina alle donne, sarò presente tra le detenute di Rebibbia: serviremo a tavola, faremo sorridere, gioiremo assieme a loro”. Infine, la parola ad uno degli Chef stellati coinvolti nel “Pranzo d’Amore”. “Preparerò un risotto con robiola ai tre latti e polvere di olive; pancia di maiale bollito e tiramisù al sifone”, ha annunciato il giovane chef stellato Giuseppe Iannotti, del Ristorante “Krèsios”, che cucinerà per i detenuti di Salerno. “Accetto volentieri la collaborazione a questo evento – ha spiegato alla stampa -, anche se inizialmente non volevo partecipare. Non è la prima volta che entro in carcere, ma certe esperienze ti arricchiscono. Ho la fortuna di lavorare nel luogo più democratico del mondo: la tavola. Il mio augurio è far star bene i detenuti in questo giorno di festa”. Parole capaci di sintetizzare al meglio lo spirito e il “sapore” dell’appuntamento in programma per martedì 18 p.v. La scommessa più grande, come rammentato dalla moderatrice dell’incontro, la giornalista e conduttrice Rai Francesca Fialdini, è “guardare oltre il pregiudizio, evitando di sentirci migliori degli altri, perché non sappiamo mai chi e quali storie possiamo incontrare dietro le sbarre”.
Quest’anno sono 13 le Carceri italiane coinvolte nel progetto, di cui due in Sicilia, ovvero Palermo e Siracusa, poi Roma (Rebibbia sezione femminile), Milano (Opera e San Vittore), Torino, Bologna, Bari, Salerno, Massa Carrara, Eboli, Lanciano e Ivrea, per un totale complessivo di oltre 2000 persone servite a tavola.