Nel periodo natalizio la programmazione Disney, puntualmente riproposta dalle reti nazionali, si apre, questa sera, con Maleficent, rilettura della favola La bella addormentata nel bosco, la cui protagonista, è stata finemente analizzata nel saggio “Malefica” dalla filosofa Maura Gancitano. Malefica è un personaggio  estremamente moderno eppure antico, rappresenta l’archetipo della  donna trafitta dal tradimento, che cela nella sua anima il dolore di tutte le donne, specialmente quelle che hanno subìto le ingiustizie di una società patriarcale. Nessuna donna nasce malefica, la  sua malvagità è il risultato della rabbia e del dolore mista all’ingiustizia. Nella favola, conosciuta da tutti, non si spiegava come mai la fata fosse stata esclusa dalla festa, motivo che ufficialmente  scatena la sua furia e dunque il sortilegio ad Aurora. Il film spiega la vera ragione che ha portato Malefica a odiare la piccola principessa.
In realtà la storia comincia prima della sua nascita, quando la fata è ancora buona e pura (la sua particolarità sono le grandi ali nere) ella vive nel  mondo fatato della brughiera,  che da anni è in conflitto con quello degli umani. Nel racconto, un giorno questi due mondi vengono riuniti dall’amicizia che nasce tra Malefica e un giovane umano, Stefano, amicizia che culmina in un amore che viene suggellato da un bacio, il bacio del vero amore. Ma l’antica rivalità dei due mondi dividerà gli amanti quando Stefano, per diventare re, dovrà dare prova del suo coraggio attaccando la fata. Approfittando della fiducia di questa, le taglierà le magnifiche ali e come  premio per il suo coraggio,sposerà una principessa  e salirà al trono. Successivamente nascerà la piccola Aurora ed è a questo punto che Malefica entra  in scena con tutto il suo rancore. La cattiveria della strega, a questo punto, è spiegata dal tradimento della figura amata. Il taglio delle ali rappresenta simbolicamente un abuso, forse uno stupro; e il fatto che Stefano scelga di esporle come segno della sua forza,  genera in chi lo ha subito sete di vendetta. L’uomo si illude di aver chiuso per sempre i rapporti con Malefica, la dimentica perché pensa che per vergogna, ella non tornerà mai più. Invece la strega torna come uno scheletro nell’armadio e il nodo irrisolto sarà pagato dalla giovane Aurora, vittima innocente della faida. Questo ci riporta al conflitto che le donne hanno con le altre donne, in genere più giovani, ma questa ostilità, in realtà, riaccende antiche guerre che nulla hanno a che vedere con le giovani vittime.  
Il racconto si fa moderno nel momento in cui viene data a Malefica la possibilità di rimediare al suo errore e cambiare. Malefica può trasformare la sua rabbia. Ma il cambiamento, che rappresenta l’occasione di riappropriarsi del suo lato buono, potrà avvenire solo se sarà la stessa Malefica a decidere di volerlo davvero.

Nunzia Villella