Domani sera, venerdi 28, su Rai 1 torna Mary Poppins. Arriva col vento dell’est, scivolando giù dal cielo con il suo ombrello dal manico a pappagallo (ovviamente parlante, che con irriverenza le sussurra ciò che lei stessa non vuol dirsi, alla fine sembra quasi la voce della coscienza) Mary Poppins, la tata “assolutamente perfetta sotto ogni aspetto”, che nonostante si presenti con un tono rigido e uno sguardo severo, porta i bambini dentro i disegni, canta suggestive ninna nanne incantate, insegnandoci ad andare oltre le apparenze.
Il film comincia con una tata che fugge da casa Banks facendo intendere che i bambini da accudire siano discoli. Si vedrà che non è così, i due fratellini sono adorabili, hanno solo bisogno di cure e sono ben disposti a seguire le direttive della tata. Sono piuttosto gli adulti che li circondano a non essere abbastanza disponibili verso di loro. Il padre pretende per i figli un modello educativo integerrimo e severo. La governante sembra sempre stufa e di cattivo umore, la mamma, sbadata e socialmente impegnatissima. Questa è la realtà che si cela dietro la nomea di Jane e Michael, che hanno solo bisogno di capire il mondo che li circonda. Mary Poppins giunge con una borsa fatta col tappeto, apparentemente piccola, da cui estrae, a sorpresa, un elegante specchio, una pianta, addirittura un lume! La tata spiega più di una volta che non tutto è come sembra, riesce a far apprezzare le pulizie e lo sciroppo, sensibilizza i bambini verso figure socialmente svalutate: trasforma in un’esperienza esilarante il tè con un vecchio zio, considerato un po’ strambo, spiega l’importanza di investire due penny in cibo per piccioni per aiutare la vecchietta che sta seduta davanti la cattedrale, che normalmente i bambini neanche notano. Pochi amici ma buoni, anche questo ci insegna Mary Poppins, amatissima dai pochi che la conoscono davvero e che sanno che con lei nulla è come sembra.
In realtà, prima di leggere il libro o vedere la commedia musicale, sarebbe interessante leggere la biografia di Pamela Travers, l’ideatrice di questo personaggio straordinario,oppure guardare l’intenso film (Saving Mr Banks) dedicato al suo rapporto con Mr Walt Disney per comprendere che Mary Poppins non educa i bambini ma gli adulti! E lo fa nella maniera più semplice: con il suo esempio. I bambini eseguono esattamente tutto ciò che fa lei. Sono i grandi a essere confusi, ma alla fine, devono riconoscere che ha ragione, Mary è sempre onesta e chiara. Mai ambivalente. Anche la vita della scrittrice cela molti segreti, Pamela Travers (questo non era neanche il suo vero nome) si inventa da sé e ha un rapporto conflittuale con le sue origini. L’autrice di Mary Poppins, figlia di un sognatore affetto da alcolismo e di una madre depressa, è stata ella stessa una bambina bisognosa di affetto ma anche di certezze. Con la sua Mary Poppins, ci ha fatto un grande regalo, e guardare il film insieme ai propri figli è un’esperienza utile e divertente. L’amatissima tata, propone un tema portato avanti nei secoli da filosofi e pensatori: niente è come appare, e se solo ce ne rendessimo conto, tutto sarebbe diverso, le nostre relazioni e le convinzioni, sarebbero meno inquinate e più autentiche. Alla fine, salutarla, ci darà l’occasione di far capire ai più piccoli la necessità del distacco e l’importanza del lasciar andare via. Perché ogni volta che lasciamo andare, qualcosa di nuovo giunge nella nostra vita. E’ necessario che Mary vada via perché i bambini si riconcilino con mamma e papà. Ogni fine, segna un principio.

Nunzia Villella