Un ritorno al mito e al patrimonio dell’identità e della storia ennese. Kore e Demetra saranno madrine d’eccezione della Notte nazionale del liceo classico che a Enna – come in tutta Italia – verrà celebrata venerdì 11 gennaio dalle 18 fino a mezzanotte.
Coinvolti in vari ruoli un centinaio di studenti del liceo classico Napoleone Colajanni dell’omonimo istituto d’istruzione superiore diretto da Maria Silvia Messina, guidati per questa quinta edizione da un gruppo di docenti coordinati dalla professoressa Loredana Paci lungo un percorso di attività che trascinerà il pubblico dalle aule di via Roma 388 (Enna alta) fino al teatro Garibaldi.
Si parte alle 18 dal corridoio centrale dalla sede storica del liceo classico con i Mysteria, la ricostruzione dei riti sacri alle dee che vedranno gli studenti tramutarsi in “donne iniziate” (devote che accedono per la prima volta al culto) e ierofanti (nella cultura greca, sono i sacerdoti addetti ai sacri riti) per realizzare un corteo votivo con accompagnamento musicale (con testi originali greci recuperati per l’occasione), ricreando dal vivo un cerimoniale antico e dalle molte suggestioni. Gruppi di liceali saranno impegnati a fare le “statue viventi” ricostruendo con la tecnica dei tableau vivant sculture classiche come la Dea di Morgantina, gli Acroliti di Morgantina (entrambi realizzati al liceo) e Il ratto di Proserpina del Bernini (ricreato invece al teatro Garibaldi).
La performance farà da introduzione a letture sul tema curate dagli studenti e relazioni culturali tenute all’interno dell’aula magna “Vincenzo Vita” da tre docenti del dipartimento di Studi classici dell’università degli studi Kore di Enna: Sonia Macrì e Pietro Colletta parleranno del “Viaggio di un mito nei secoli” e Salvatore Ferlita tratterà della rivisitazione del mito in autori siciliani del Novecento, tra cui l’ennese Nino Savarese.
E proprio di Savarese è la rappresentazione teatrale Il ratto di Proserpina che andrà in scena alle 20.30 al teatro Garibaldi. Frutto di laboratori teatrale e di scrittura creativa, lo spettacolo è un adattamento con testi attualizzati e tre monologhi originali scritti dagli stessi giovani protagonisti. Curato dagli alunni del liceo classico, vede Elisa Di Dio (attrice, regista e drammaturga ed ex alunna dello liceo) alla regia e le evocazioni musicali degli allievi del liceo musicale, coordinati dalla docente Giovanna Fussone.
All’interno della messa in scena, verrà proposto il Fragmentum Grenfellianum, noto come Il Lamento dell’esclusa, testo greco anonimo di età ellenistica. Si tratta di un’opera che verrà presentata da tutte le scuole che in più parti d’Italia partecipano alla Notte nazionale del liceo classico. Gli studenti ennesi, nello specifico, la drammatizzeranno in lingua italiana con evocazioni in lingua greca.
L’Associazione degli ex alunni del liceo classico Colajanni, che collabora all’evento, al termine della serata, offrirà al pubblico intervenuto un brindisi nel foyer del teatro.
La partecipazione a tutti gli appuntamenti è libera.
Festa di chiusura fino a mezzanotte nella palestra del liceo classico riservata ai liceali, con il momento di convivialità “Suoni e frastuoni”.
L’istituto Colajanni di Enna partecipa alla Notte nazionale del liceo classico in contemporanea con altri 433 licei sparsi in tutte le regioni italiane e dopo mesi di preparativi, laboratori, condivisione di idee e realizzazione di progetti. L’evento ennese è patrocinato dal comune di Enna, l’università Kore e da due esercenti privati.
La manifestazione nazionale vanta il patrocinio del Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) e l’attenzione della Rai che dedicherà ampio spazio all’evento.
Il suo ideatore, il docente siciliano Rocco Schembra del liceo classico Gulli Pennisi di Acireale, ha spiegato che “i licei classici dalle 18 alle 24 dell’11 gennaio, mostrandosi fucine vitali di idee e iniziative e attraverso letture di testi latini e greci e drammatizzazioni ispirate alla classicità, sottolineano la valenza sempre attuale della formazione classica, nella certezza che, senza una profonda riflessione sui valori culturali ereditati dal passato greco-romano, il sapere scientifico e tecnologico della nostra era è arido possesso di nozioni”.