È stata presentata ieri sera nell’Oratorio della Chiesa Madre, sede  dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento a Leonforte, la raccolta di storie di Irene Varveri Nicoletti, intitolata “Di terra  e di  nuvole”, Maurizio Vetri Editore, con prefazione scritta da Moni Ovadia. L’incontro è stato introdotto dal giornalista Josè Trovato, presidente della Pro Loco di Leonforte, che ha presentato i racconti come “adatti a tutta la famiglia, perché narrano storie di vita vissuta e di fantasia, tradendo le origini dell’autrice: alcuni di essi si consumano nel nostro territorio”. A salutare per l’amministrazione comunale è stato l’assessore alla cultura Nino Lo Pumo, che ha sottolineato la natura artistica più che culturale dell’evento, “essendo Irene donna di cervello, cuore e anima, una vera artista”. Il Superiore dell’Arciconfraternita Paolo Favazza ha fatto gli onori di casa, per omaggiare Irene, “artista eclettica  e completa in quanto pittrice, attrice e scrittrice. L’Arcionfraternita, che mi onoro di rappresentare – ha aggiunto – è nata proprio con questa finalità: essere depositaria di tradizioni e dare identità culturale alla comunità”.
Poi parola all’artista ennese Mario Incudine, che ha presentato la raccolta, definendo la prosa di Irene fluida e leggera, specificando che “il cunto è un modo per tenere il lettore incollato alla pagina, perché il testo scorre come fosse sinfonia, sembra di sentire la voce di Irene che scrive senza eccesso e senza barocchismo e  si legge come un sorso d’acqua”. Poi, intervistando l’autrice, le ha chiesto come mai abbia scelto il racconto breve. “La mia è stata una scelta, è un genere letterario libero”, ha risposto Irene, aggiungendo che “è l’evoluzione del cunto”. Un libro particolare, con una  copertina unica che ritrae un dipinto della stessa autrice, un acrilico su tela raffigurante la campagna dei nonni. La raccolta contiene trenta racconti divisi in due parti: i primi, di Terra, narrano fatti realmente accaduti (solo in parte romanzati, perché così tramandati nel tempo), il cui filo conduttore è la memoria; che rappresenta “ciò che siamo, ma anche ciò che potremmo diventare” . E i racconti di Nuvole, di pura fantasia, legati alla parte delle emozioni.  Con la sua presentazione, Irene è riuscita a coinvolgere  moltissime persone, che hanno partecipato con entusiasmo ai momenti musicali  proposti dell’energico Incudine. 

Nunzia Villella

(La foto è di Giuseppe Guagliardo)