La Procura di Enna prima in Europa per contrasto alle truffe all’Ue. E per questo, il 30 gennaio scorso, su invito dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode, una delegazione della Procura di Enna, composta dal Procuratore Massimo Palmeri, dai sostituti Domenico Cattano e Francesco Lo Gerfo, e dall’ufficiale di pg, il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Mugavero, ha raggiunto Bruxelles per un incontro ad oggetto le metodiche di indagine utilizzate dalla Procura ennese per fronteggiare il fenomeno, diffuso su larga scala in questa provincia, delle frodi comunitarie volte ad ottenere in maniera indebita i finanziamenti destinati all’agricoltura, materia che riguarda la tutela penale degli interessi finanziari dell’Unione Europea legati alla PAC (Politica Agricola Comune).
In particolare, l’impegno profuso in questi anni dalla Procura di Enna in tale settore, nonché gli apprezzabili risultati dalla stessa raggiunti, soprattutto in termini di sequestro di quanto rappresenta il profitto del reato, ha suscitato l’interesse dell’OLAF, Organismo che si occupa di contrastare le frodi, la corruzione e qualsiasi attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’Unione Europea, sotto un profilo strettamente amministrativo.  
Nello svolgimento della sua attività, l’OLAF collabora con le principali Procure europee, fornendo loro, attraverso un’attività di indagine ad ampio spettro – derivante dall’analisi incrociata dei dati raccolti nelle diverse istruttorie afferenti le tipologie di illeciti trattati nell’ambito di tutti gli Stati appartenenti all’UE -, numerosi spunti investigativi e compiute notizie di reato per perseguire, anche su un piano di rilevanza penale, tutti quei fenomeni criminali che ledono gli interessi economici dell’Unione Europea.
La riunione, tenutasi a Bruxelles il 31.01.2019, è stata concepita con l’intento di consentire un proficuo scambio di informazioni tra la Procura ennese e l’Ufficio europeo, al fine di fornire a quest’ultimo gli strumenti necessari ad esportare, anche al di fuori del territorio nazionale, il sistema messo a punto dalla Procura di Enna -sotto il profilo delle metodiche di indagine e dell’elaborazione giuridica riferita alla tipologia di reati contestati-, grazie al quale è stato possibile ottenere i risultati di cui sopra nel contrasto ai cosiddetti reati P.I.F.
È un dato evidente per chi si occupa della criminalità connessa alle frodi in ambito PAC – e  una conferma in tal senso è derivata anche dal suddetto incontro – che il fenomeno delittuoso esaminato si sta diffondendo a macchia d’olio verso altri Stati europei, fino ad oggi considerati immuni da tale deriva, attraverso la replica, in differenti regioni dell’UE, di un programma criminoso costituito da falsi, truffe e riciclaggi, sviluppatosi e perfezionatosi nel nostro territorio anche grazie ad un sistema di controllo amministrativo (rimesso ai singoli stati nazionali) insufficiente e poco funzionale, che consente a tale realtà di manifestare un carattere potenzialmente transnazionale, da cui può derivare un pericolo agli interessi economici dell’Unione Europea considerati nel suo insieme.
Proprio per l’esperienza sviluppata in questo settore, la Procura della Repubblica di Enna è stata presa dall’OLAF quale esempio da seguire per contrastare il diffondersi di tale attività delittuosa, fornendo agli Uffici Requirenti di tutta Europa una modello di indagine già collaudato con successo, idoneo a dare una risposta all’azione della criminalità organizzata, sempre in costante evoluzione, attraverso una moderna attività investigativa, basata non solo sui metodi tradizionali, quali sommarie informazioni, perquisizioni e sequestri, ma anche sulla consultazione delle più moderne banche dati telematiche.
Una parte dell’incontro, inoltre, è stata dedicata al confronto con una delegazione della Commissione Europea – Direzione Generale Agricoltura (DG Agri) sull’attuale normativa comunitaria in vista di prossime prospettive di riforma nell’ambito della PAC, al fine di rendere più agevole il contrasto alle frodi comunitarie attraverso il perseguimento di un disegno di disambiguazione della normativa di settore che renda i regolamenti UE meno suscettibili di interpretazioni contrastanti con gli stessi principi del diritto europeo.