ASSORO. Hanno vissuto alcune ore di spensieratezza, per fare nuove amicizie e iniziare ad integrarsi in questa nuova realtà. Si è svolta nel Cas di contrada Pirito, la struttura gestita da un’Ati di cui fanno parte le cooperative “Sud Servizi” e “La dolce vita”, la prima Giornata per l’accoglienza, destinata alle 12 ragazze neomaggiorenni, provenienti da varie zone dell’Africa, ma soprattutto dalla Nigeria, che sono giunte qui da pochi giorni. Il centro si trova in territorio di Assoro, ma geograficamente è più vicino a Leonforte. E per una mattinata queste giovani hanno potuto mettere da parte la preoccupazione per le tragedie immani che si consumano nella loro Terra, per pensare solo a divertirsi e confrontarsi su tradizioni, giochi e usi con ragazzi e ragazze da 14 a 19 anni, appartenenti alle squadre “Il Clan” e “l’Alta Squadriglia” del gruppo Scout Agesci Leonforte 1.
Al Cas di Assoro, si ricorda, oltre alle giovani è ospitata pure una famiglia, marito e moglie, provenienti anch’essi dall’Africa. A parlarne sono le psicologhe Mariella Castello e Martina Gallina, che assieme al mediatore culturale, il camerunense Nguele Dang Gervais, sbarcato in Italia solo a giugno del 2017 che però, in meno di due anni, ha imparato così bene l’italiano da ottenere un contratto di lavoro con la cooperativa. “Nel corso di questa mattinata sono state svolte dinamiche di conoscenza – spiega la psicologa Castello – con la cosiddetta “tecnica a specchio”, in cui l’africano rappresentava l’italiano, e viceversa”. In apparenza solo un gioco, capace tuttavia di mettere a nudo tutti i pregiudizi che purtroppo, ancora oggi, vivono nel cuore arido di tanta gente. “L’africano che interpretava l’italiano si sentiva improvvisamente bene, con una forte autostima – aggiungono le esperti – mentre, a parti invertite, a sentirsi in dovere di essere accettato era l’italiano, nei panni dell’africano. Un’esperienza importante per tutti”.