Riceviamo e pubblichiamo una sintesi della relazione del cda uscente della Società di regolamentazione dei Rifiuti SRR Enna Ato 6, dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, per il  periodo  dal 15/07/2016 al 08/03/2019, Armando Glorioso.
L’ultimo Cda della società, ha dovuto attuare gli adempimenti previsti dalla legge regionale siciliana n 9 del 2010 e s.m.i. con un fortissimo ritardo di sei anni.
La Srr Enna Ato 6 è stata costituita il 30/09/2013, alla data dell’insediamento del nuovo Cda , 15/07/2016,  la SRR non aveva ancora ottemperato agli obblighi di approvazione della dotazione organica, pur avendo il precedente Cda fatto di tutto per pervenire a questo risultato.
Lo scoglio principale era individuare le risorse umane applicate al sistema dei rifiuti alla data del 31/12/2009 alla luce della legge n 9 , e aventi diritto al transito nella SRR.  Le forti pressioni sindacali e dei lavoratori ostili ad accettare l’esubero di personale, evidente, soprattutto tra gli amministrativi. L’opinione pubblica fortemente critica, associazioni dei consumatori che chiedevano un abbassamento dei costi delle tariffe e sindacati e lavoratori che invece chiedevano il mantenimento dei livelli occupazionali. C’erano poi tutti gli scandali raccontati sulla gestione allegra della ex Ato Enna Euno spa che contribuivano a non rendere semplice tale transito di personale.
Il Cda in data 15 dicembre 2016 ha approvato la dotazione organica della SRR che prevedeva la ricollocazione di circa 400 unità. Sembrava, dunque, esserci il posto per tutti, in quella fase di calcolo. Rimaneva da capire, secondo la legge, la modalità di assunzione presso ciascun gestore del servizio o impianto. Ci sono voluti parecchi mesi e tantissimi incontri con i vertici regionali dell’assessorato, con i sindacati, con esperti vari, per sciogliere il nodo delle assunzioni. In data 28/06/2017 il Cda ha anche approvato l’elenco dei soggetti aventi diritto al transito ai sensi della legge 9 del 2010 e smi, e degli accordi confederali del 13/08/2013 che, sostanzialmente, salvavano tutti.
I Comuni ennesi nel frattempo avevano scelto diverse modalità di gestione, in queste scelte collaborati dalla SRR, chi in house chi in appalto.
Dal luglio del 2017 al Marzo del 2018 si sono realizzati i passaggi di gestione dal carrozzone Ato Enna Euno in liquidazione alle nuove gestioni in house o in appalto presso piccoli gestori, con il trasferimento di oltre 350 lavoratori.
Questo ha consentito il passaggio di tutti i Comuni ad un regime autonomo dove il Comune non ha più alibi nella gestione del servizio,   il Comune è responsabile del servizio e basta.
La Provincia di Enna oggi non è più fanalino di coda nella raccolta differenziata in Sicilia ma addirittura pare essere al primo posto.
Allo stato attuale ancora non è stato possibile ricollocare circa 50 unità che però nn perdono il diritto al transito con il fallimento della Enna Euno spa.  Gli impianti gestiti, trattandosi solo dell’impianto di TMB di Cozzo Vuturo, hanno invece occupato solo 19 unità. Non è stato possibile attivare l’impianto di compostaggio della Val di Dittaino,  né l’impianto di riciclo situato in territorio di Gagliano, la cui fine sarà ora decisa dal fallimento di Enna Euno spa.
La Srr è riuscita a mettere in funzione il TMB di Cozzo Vuturo, ma dopo una gestione di appena quattro mesi con la società partecipata Ambiente e Tecnologia SRL, la Regione, senza un valido motivo, forse per le proteste veementi di alcuni movimenti politici che minacciavano presunti danni all’ambiente , non ha concesso la proroga dell’ordinanza che ne consentiva l’abbancamento. Rimane una questione ancora oggi aperta il passaggio dei beni costituenti il fondo di dotazione dalla società Enna Euno spa alla SRR e poi ai Comuni o gestori. Per quanto riguarda il personale residuo amministrativo ,  grande responsabilità è di quei Comuni che si ostinano ancora oggi, a voler scegliere una forma di organizzazione e assunzione, che non è consentita dalle norme, pretendendo l’assunzione degli amministrativi non presso la ditta che gestisce il cantiere ma presso la SRR.
Tra le criticità non risolte, il mancato pagamento delle quote di ripartizione delle spese così come prevede lo statuto societario e il codice civile. Alcuni Comuni poi sono anche debitori del capitale sociale come Leonforte, Troina, Assoro, e Aidone. Questi Comuni fino a che non regolarizzano la loro posizione rispetto al mancato pagamento del capitale sociale non hanno diritto al voto ai sensi dell’art 2344, 234723512466 del C.C. Questi Comuni soci non potranno, finchè non regolarizzano, né votare né esprimere loro candidati negli organi del Cda. A questi Comuni vanno ad aggiungersi altri Comuni come indicati nelle comunicazioni dei legali della SRR, che trovandosi in situazione di conflitto di interesse per cause giudiziarie, che li vede in contrapposizione alla SRR, non possono per palese conflitto di interesse esprimere candidati negli organi amministrativi. I Comuni sono: Leonforte, con il quale ci sono due cause in corso e un decreto ingiuntivo esecutivo; Barrafranca, un procedimento pendente innanzi al Tribunale di Enna che vede contrapposta la SRR al Comune; Comune di Nicosia, altri due procedimenti giudiziari. E’ evidente che tali Comuni soci non possano esprimere in seno al Cda alcun loro rappresentate per palese conflitto di interesse. Una volta eletto nel cda un sindaco di un Comune che ha una causa contro la SRR,  ad esempio, cosa farà? Farà desistere il suo Comune o la SRR?
Altra questione che rimane aperta è il mancato pagamento delle quote per la gestione. Orbene, moltissimi sono i soci gravemente inadempienti, per cui la società non risulta in regola con il DURC.  A tal fine il Cda uscente chiede al nuovo organo di portare avanti ogni iniziativa che era stata posta in essere per il recupero anche coattivo delle somme dai soci al fine di potere sostenere tutte le spese della società, con priorità assoluta per le imposte, le ritenute e gli oneri previdenziali, scaduti da pagare.
Infine, rimane aperta la questione della società di scopo AET srl , che dovrebbe gestire l’impianto TMB fisso di Cozzo Vuturo. Solo una azione unanime dei sindaci presso il dipartimento potrà forzare e mutare l’idea che sembra essere maturata presso il dipartimento di non concedere alla società pubblica la gestione dell’impianto. A rischio ci sono i 24 posti di lavoro che sono previsti nella stessa. Il cda uscente era sulla buona strada, aveva instaurato un buon rapporto con il dipartimento, riuscirà il nuovo a riprendere il filo della matassa? E la Regione si fiderà? Qualora l’impianto finisse nelle mani dei privati vi è un ragionevole sospetto che il costo di smaltimento non sarebbe più calmierato. Un ultimo accenno, il cda ha fatto,  alla necessità che la SRR avvii le gare per l’affidamento definitivo di quei Comuni che ancora operano con ordinanza contingibile e urgente”.

Dott. Armando Glorioso

Ex presidente Srr Enna