di Josè Trovato

Secondo i carabinieri, sarebbero i responsabili di quattro furti e un tentato furto in bar tabacchi, compiuti, usando come ariete delle macchine rubate, con la tecnica della cosiddetta “spaccata”, tra Mazzarino e Piazza Armerina. Per questo sono stati arrestati quattro giovani di Barrafranca. Carcere per il trentenne Danilo Alessandro Mancuso e per il ventottenne Vincenzo Russo, domiciliari per il ventunenne Giuseppe Canu e il ventenne Salvatore Centonze. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Enna, su richiesta della Procura, diretta dal procuratore Massimo Palmeri. L’inchiesta, aperta dal compianto sostituto procuratore Giovanni Romano, è stata successivamente coordinata dal pm Domenico Cattano.
L’operazione “Ariete” è scattata stanotte, condotta dai carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina, diretti dal maggiore Vincenzo Bulla, che ha illustrato stamani in conferenza stampa i particolari dell’inchiesta insieme con il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Saverio Lombardi.
L’indagine, come detto, è scaturita dalla necessità di arginare l’escalation di furti che si sono registrati negli ultimi mesi nei bar, nelle tabaccherie e negli esercizi commerciali del circondario, a cavallo tra le province di Enna e Caltanissetta. Ed è emersa pure la spregiudicatezza dei presunti responsabili dei furti, i quali, pur imbattendosi talvolta in posti di controllo dei carabinieri, poche ore dopo sarebbero entrati in azione come se niente fosse.
A loro i carabinieri contestano il tentato furto in un bar tabacchi di Mazzarino del 18 gennaio e i due furti del 7 e dell’11 febbraio in altri bar tabacchi di Mazzarino; oltre al furto di ieri notte in un bar di Piazza Armerina, in cui sono stati arrestati in flagrante Mancuso, Russo e un terzo giovane, quest’ultimo non destinatario dell’ordinanza; e recuperata la somma in contanti di circa 4.500 euro. A loro, infine, sono contestati i furti di sei auto tra Barrafranca, Riesi, Valguarnera, Mazzarino e Piazza Armerina. Auto che, va detto, sono state già recuperate dai militari e restituite ai legittimi proprietari.


Ecco il video diffuso dall’Arma: