Secondo la Procura, avrebbe sottoposto a molestie sessuali, palpeggiamenti e proposte oscene due operaie che lavoravano alle sue dirette dipendenze. E sarebbe andata avanti per quasi tre anni. Adesso il Tribunale di Enna ha condannato a 2 anni e 4 mesi un quarantanovenne, responsabile delle pulizie per una società privata detentrice di incarichi negli enti pubblici. L’imputato è stato condannato pure al pagamento delle spese processuali e a lui il collegio penale di Enna, presieduto da Giuseppe Tigano, giudici a latere Marco Lorenzo Minnella e Daniela Sedia, ha inflitto le sanzioni accessorie dell’interdizione perpetua da qualunque ufficio attinente la tutela, la curatela e l’amministrazione di sostegno, oltre a condannarlo al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili.
Le vittime, costituite parti civili, sono assistite dagli avvocati Mauro Lombardo e Fulvia Fazzi. All’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Lo Vetri, è stata riconosciuta l’attenuante che si applica quando l’accusa di violenza sessuale è ritenuta di “minore gravità”. Inoltre è stato assolto dall’accusa di atti osceni in luogo pubblico, perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.
La scena delle presunte molestie è un ufficio pubblico della provincia, anche se non è mai trapelato quale fosse, per non rendere noti dei contorni di questa storia che possano rischiare di rendere, in qualche modo, identificabili le vittime. Secondo gli inquirenti, le due avrebbero subito vessazioni a sfondo sessuale, approfittando del fatto che, al momento di fare le pulizie, gli uffici erano chiusi e non c’erano mai impiegati o altri che potessero accorgersi di ciò che faceva.
Per questa vicenda, l’indagato era stato anche arrestato, ai domiciliari, dalla Squadra Mobile di Enna; poi liberato. Sin dall’inizio si è difeso accusando le due donne di accusarlo per ripicca e una di esse di essersi lasciata condizionare dall’altra.