di Josè Trovato

PIAZZA ARMERINA. Era accusato di aver letteralmente fatto fuori quasi 300 mila euro nel giro di nove anni dai conti dell’Istituto tecnico per Geometri Leonardo da Vinci di Piazza Armerina, assieme all’ex direttore amministrativo Giovanni Delle Cave. Ma il Tribunale collegiale di Enna ha assolto con formula piena il preside Giovanni Scollo, per cui sono cadute tutte e accuse. I giudici hanno accolto la tesi dei suoi avvocati, i penalisti Antonio Impellizzeri e Marco Di Dio Datola, nonostante il pm Orazio Longo, al termine della requisitoria, avesse chiesto 8 anni di reclusione. Non sono state ritenute sufficienti né riscontrate, evidentemente, le dichiarazioni rese dal principale accusatore di Scollo, il reo confesso Delle Cave, che ha patteggiato.
Il collegio penale è presieduto dal giudice Giuseppe Tigano, a latere Alessandra Maira e Marco Minnella. I fatti risalgono al periodo tra il 2001 e il 2010 e vennero a galla, va sottolineato, in origine proprio grazie alle tempestive denunce presentate dal preside Scollo, a tutti gli organi superiori scolastici, giudiziari e Corte dei Conti.
È stato un processo estenuante a cui furono ammessi, in apertura dibattimentale, ben 51 testimoni, 25 dell’accusa e 26 della difesa. I giudici hanno assolto “perché il fatto non sussiste” Scollo dalle accuse di peculato, di una presunta estorsione ai danni di Delle Cave – che lo accusava di averlo costretto a firmare una falsa dichiarazione assumendosi tutte le responsabilità degli ammanchi – e con la formula “perché il fatto non costituisce reato” da un’accusa di ingiurie. Cadute in prescrizione, invece, le ipotesi di falso e di lesioni ai danni di Delle Cave.
Il processo, in buona sostanza, si basava sull’ipotesi che il preside avesse usato parte dei soldi della scuola “per fini personali, tra cui diversi viaggi all’Estero per scopi di piacere”. E Scollo, che si è sempre professato innocente da tutto – estraneo a ogni addebito e vittima di false accuse da parte di Delle Cave – fu anche arrestato per questa vicenda, ai domiciliari, su decisione del gip di Enna; restandovi poco meno di due mesi, nel 2011, salvo poi essere rimesso in libertà su decisione del giudice David Salvucci.
La difesa, per bocca dell’avvocato Impellizzeri, la definisce una “lunga, articolata e complessa istruttoria dibattimentale, durata circa quattro anni”, ricordando l’altrettanto complessa indagine preliminare, condotta prima dai carabinieri di Piazza Armerina e poi dalla Questura di Enna, sotto la direzione della Procura di Enna. “Con una corposa produzione documentale e con una pluralità di testimoni – afferma l’avvocato Impellizzeri – la difesa ha dimostrato la totale estraneità e la assoluta innocenza rispetto ad ogni forma di concorso commissivo ed omissivo nel reato perpetrato per quasi 10 anni esclusivamente dal predetto Delle Cave. Esprimiamo la nostra piena e incondizionata soddisfazione rispetto ad un dibattimento condotto con magistrale competenza dai Giudici penali del Tribunale di Enna rispetto ai quali va la nostra totale fiducia in termini di Giustizia”.