La Procura di Patti ha citato a giudizio, con le accuse di false informazioni al difensore e favoreggiamento, quattro giovani di età compresa tra i 28 e i 32 anni, che dovranno comparire davanti al Tribunale di Patti il prossimo 10 marzo. La posizione di una quinta testimone è stata archiviata dalla Procura di Enna.
Secondo l’accusa i quattro giovani, sentiti dai difensori di Francesco La Giglia, nicosiano, imputato per violenza sessuale ai danni di una donna nicosiana, avrebbero fornito false informazioni in relazione a quanto accaduto nella notte del 5 aprile 2015, a Nicosia, tra via Francesco Salamone e piazza Caprini; e lo avrebbero fatto al fine di favorire La Giglia.
Quest’ultimo, come detto, è accusato di aver molestato sessualmente una donna di Nicosia, Teresa Teramo, e di aver cercato di abusare di lei dopo averla trascinata contro la sua volontà verso una piazzetta isolata nei pressi di un pub. Per questo La Giglia era stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi e assolto in appello, prima che di recente, la Corte di Cassazione – accogliendo il ricorso dell’avvocato di parte civile Salvatore Timpanaro – annullasse la clamorosa assoluzione e rinviasse a un’altra sezione della stessa Corte per un nuovo giudizio.
Il processo a carico dei quattro nicosiani si celebrerà al Tribunale di Patti perché i verbali, che secondo la Procura conterrebbero le false informazioni, sono state fornite ai difensori dell’imputato in seno a verbali di investigazione redatti a Capo d’Orlando.
Nell’ambito dell’intricata vicenda, secondo la tesi difensiva di La Giglia – dallo stesso sostenuta anche in pieno consiglio comunale e sui social – l’accusa di violenza sessuale sarebbe stata frutto di un complotto politico ai suoi danni per non farlo candidare alle elezioni comunali del maggio 2015. Ma da questa accusa i coniugi Corrado Danti e Teresa Teramo sono stati assolti con formula piena dal Tribunale di Enna, con sentenza del 29 ottobre scorso, “perché il fatto non sussiste”.