In Repubblica Democratica del Congo stupri di massa, crimine contro l’umanità 

La prima condanna per lo stupro di 37 bambine : ergastolo 

per il potente deputato e capo militare Frederic Batumike

 
 La giornalista Elsa Taquet (ONG TRIAL) ha fatto conoscere alla stampa internazionale una notizia epocale : nella storia giudiziaria della Repubblica Democratica del Congo per la prima volta una tribunale militare della regione est (Sud Kuvi) ha riconosciuto la responsabilità della milizia comandata dal deputato Federic Batumike (e altri 18 imputati) per gli stupri commessi contro 37 bambine tra il 2013 e il 2016 a Kavumu. 
La condanna è all’ergastolo. La sentenza è del 13 novembre 2017. 
Le bambine avevano età comprese tra i due e i dodici anni. 
Tra il 2013 e il 2016 si erano aperti alcuni processi per gli stupri di altre 48 bambine, ma non erano arrivati alla conclusione, sia per la situazione caotica di alcune zone del Paese che per le minacce che avevano spaventato i possibili testimoni. 
In questi anni sono stati assassinati anche alcuni attivisti di movimenti e ong che cercano di combattere la violenza nei villaggi, tra i quali Evarist Kasali, assassinato nel marzo del 2016. 
“Gli stupri di massa sono un cancro per il nostro Paese, una strategia di guerra delle varie milizie armate”, denunciano da tempo varie associazioni, tra le quali anche l’Ordine dei ginecologi della RDC. L’unico dato conosciuto (e terribile) parla di 3.000 vittime nel primo semestre del 2014, periodo particolarmente difficile per gli scontri armati quasi quotidiani in tutto il Paese. 
La grande difficoltà con cui affrontare questa piaga consiste nell’impunità delle milizie, di tutte le milizie di varia matrice etnica e nel grande potere (militare, economico, politico, carismatico) degli assassini che sono a capo delle formazioni che spesso, come nel caso appunto di Frederic Batumike, rivestono anche ruoli politici e istituzionali. 
Certo un’altra grande difficoltà è rappresentata dall’indifferenza dell’opinione pubblica mondiale, nonostante la globalizzazione e i media: l’Africa resta lontana, le donne africane sono lontane, sole. La RDC è un grande paese del centro Africa con 82 milioni di abitanti, da decenni continua a pagare il prezzo dei colonialismi europei e delle lotte tribali: la malnutrizione e la carenza di assistenza sanitaria uccidono almeno 40.000 persone al mese. Dati difficilmente comprensibili agli occhi degli europei, e così l’Africa continua ad essere lontana…
I giudici congolesi hanno fatto ricorso a rigorosi metodi d’indagine medico-legali e nella loro sentenza del 13 novembre hanno classificato gli stupri di massa come crimini contro l’umanità . Un primo verdetto che si deve conoscere, che porge una mano alla speranza di sconfiggere l’impunità di cui godono gli autori dei crimini sessuali nel Paese, una prima difesa delle bambine e delle donne. Da sole non ce la possono fare. 

Mediterranea

a cura carlapecis@tiscali.it

15 dice. 2017