LEONFORTE. In principio fu una fioriera merlata, installata un anno e mezzo fa nella scalinata di via Sott’Arco. Da allora il collettivo di cittadini attivi “Parco Sott’Arco” hanno letteralmente ripulito l’area, circostante la chiesa di Sant’Antonino, nel cuore della zona storica di Leonforte, facendo rivivere all’insegna del cromatismo un quartiere antico in fase di spopolamento avanzato. La coordinatrice è l’artigiana orafa leonfortese Giuliana Di Franco. I componenti sono tutti leonfortesi – di residenza, d’adozione o anche solo d’origine – impegnati nelle loro professioni, che hanno preso a cuore la battaglia per la ripresa di questa zona. Sono Padre Carmelo Giunta, Katia Lo Gioco, Filippo Smario, Alfonzo Baja, Maria Cristina Lipari, Agata La Porta, Pino Ansaldi, Melina Novembre, Francesco Barbera, Irene Campagna, Tanina Pirronitto, Giovanna Falzone, Beniamino Fabio Arco, Giusy Castrogiovanni, Gaetano Piccione, Oscar La Delfa, Salvatore Lo Pumo e Gaetano Risciglione. Sostenitori Antonio Cascio, Antonio Rubino, Ignazio Vanadia, Pippo Anselmo, Roberto Rubino, Iolanda Foranna, tutti i cittadini finanziatori, Alfredo Crimì, Cinzia Assennato, Lucia Marino, Ceramiche De Simone, Agrirape di Angelo Manna, Azienda Agricola Mulinello, Angelo Calì, Antonio Barbera, Angela Cocuzza, Claudio Arcaria, Ipsale, La Putia della Zia Mela, Macelleria Rivo, Fabio Brancè, Domenico Ferraro, Ferdinando Licata, Nunzio Baja, Giorgio Sinatra, Salvatore Benintende, Nino Campagna, Paolo Cremona, Rosa Maria Giangrasso.
Fiore all’occhiello dell’associazione, negli ultimi tempi, è l’iniziativa “Adotta una lampadina”, con l’installazione artistica di una creazione-simbolo, “Cosmogonia mediterranea”, una Sicilia illuminata che la sera risplende illuminando la zona, ben visibile dalla Granfonte – quartiere a cui, va sottolineato, si può accedere anche scendendo da via Sott’Arco – ma che s’intravede già da fuori Leonforte. A realizzarla è stato l’artista Domenico Pellegrino, nell’ambito di una serie in mostra, tra l’altro, alla Biennale di Venezia, oltre che a Palermo e Lampedusa. In pochi anni, l’associazione ha già organizzato oltre venti attività, l’installazione di “caldarelle” colorate lungo la via, richieste nuovamente dai residenti, dopo che originariamente erano state rimosse dai giovani dell’associazione. E i residenti sembrerebbero gradire. “Vogliamo riportare questa zona al suo antico splendore – afferma Fabio Arco – abbellendola e facendo sì che torni popolata anche di attività artigianali. Il proprietario di un garage ci ha prestato gratuitamente il suo immobile per realizzare una mostra. C’è molta collaborazione da parte di tutti, anche se ritengo si debba ringraziare in particolare, per la sua presenza e la sua attività, padre Carmelo Giunta”.
Gli interventi e le attività, è scritto in un documento di presentazione dell’associazione, “hanno interessato via Santangelo, con “U Juso da Caddivarizza”, casa museo della cultura e tradizioni contadine, i “Ninnulicchi”, locale destinato ai souvenir di artigianato e produzione locale, le istallazioni delle “caldarelle” simbolo dell’operosità leonfortese e delle maestranze comuni ad ogni famiglia locale, la pittura di alcune saracinesche – che evocano mestieri e costumi della popolazione che abitava quei luoghi – per poi proseguire con l’arco di via Sottarco, nel quale vengono allestite, a rotazione, diverse installazioni, scendendo ancora la decorazione dei gradini in colori e geometrie tipiche del decoro siciliano, e poi il Gabbiano Jonathan Livingston, simbolo di chi vede oltre il proprio orizzonte, a sinistra l’icona votiva della Ceramica De Simone di Palermo e la realizzazione della Fioriera Merlata in rete metallica e pietrisco, arredo urbano che si relaziona alla merlatura del Palazzo Branciforti, mentre a destra lo stencil sulla pavimentazione di via Messina evoca il tappeto dei salotti dei palazzetti. Altro intervento di arredo urbano sono tutti i Sciuri Sciuri realizzati all’uncinetto che colorano le inferriate delle scalinate e dei pianerottoli. Il percorso al momento dopo 18 mesi di attività si conclude con l’istallazione dal titolo Scarpe che indicano il cammino, il cammino nel quale i cittadini attivi, i simpatizzanti e i sostenitori vogliono proseguire per dare maggiore visibilità e attenzione al territorio”.
Cosmogonia Mediterranea, infine, viene definita “un faro per chi arriva, ma anche per chi resiste e rimane”.
Ecco una piccola fotogallery delle attività del collettivo leonfortese.