Un’emergenza che sembra non finire mai, quella dei rifiuti in Sicilia sta diventando, ormai, un susseguirsi di ordinanze e di rimandi. La Sicilia manca di fatto di un vero e proprio Piano dei Rifiuti, previsto dalla legge regionale numero 9 del 2010. La gestione dei rifiuti, da sei anni a questa parte, non si ricollega a nessun piano, ma segue di fatto una logica di continua emergenza.
Il 31 maggio scorso, infatti, la prima ordinanza d’intesa tra il governo siciliano e il governo nazionale, rafforzata da quella del 7 giugno. Queste ordinanze miravano a creare una concatenazione che avrebbe dovuto impegnare i comuni con il governo regionale e quest’ultimo con il governo nazionale, onde evitare la dichiarazione dello stato di emergenza quanto il commissariamento dell’isola.
Una normalizzazione del ciclo dei rifiuti che di fatto, quantomeno in alcune aree, non è avvenuta. Si mirava infatti a un’organizzazione dei rifiuti, con la differenziata che doveva  arrivare al + 6 per cento per ogni singola amministrazione entro il 30 novembre, alla  legge di riordino per lo smaltimento fuori regione. Il presidente Rosario Crocetta ha dapprima fatto sapere che i rifiuti non avrebbero lasciato l’Isola; poi ha provato a farli arrivare a Torino,  dove non ha trovato riscontro; e infine ha declinato la disponibilità della Toscana allo smaltimento dei rifiuti isolani.
Ma c’è di più. Con tre ordinanze presidenziali del primo dicembre (n.26/Rif., n.27/Rif., n.28/Rif.) si prorogano i termini per il rientro in ordinario e allungano il periodo della gestione speciale, che andrà dal primo dicembre al 30 maggio del 2017.
Proprio oggi dovrebbe arrivare sulla scrivania del presidente Crocetta una bozza di ordinanza a cura dell’assessorato all’Energia, che contenga un “progetto di riorganizzazione funzionale ed organizzativa delle SRR”, che dovrà essere redatto e presentato entro e non oltre (così dicono e si spera) il 31 gennaio.
I rischi dell’emergenza sono tangibili e se al più presto non ci saranno prese di posizioni sia dal governo regionale, sia da Roma si rischia di insorgere in malumori, già presenti nei vari comuni toccati dall’emergenza rifiuti più da vicino.
E mentre alla Regione sembrano dilettarsi a colpi di ordinanze, il gioco continua. Tra un tiro e un rimbalzo, però, la Sicilia resta ferma.
Federica Cattafi