Premio Livatino-Saetta-Costa per il procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Gli è stato conferito stamattina nell’auditorium Falcone e Borsellino del Palazzo di Giustizia di Enna, su decisione del Comitato intitolato ai tre magistrati uccisi dalla mafia. A consegnarglielo è stato il professore Attilio Cavallaro, presidente del Comitato, nell’ambito di una cerimonia che si è svolta alla presenza del procuratore di Enna Massimo Palmeri, dell’avvocato Corrado Labisi, del presidente dell’Ordine degli avvocati di Enna Giuseppe Spampinato.
Alla consegna del premio è seguita un’intervista pubblica al procuratore Gratteri, effettuata da Klaus Davi, di fronte a 350 ragazzi del liceo scientifico Pietro Farinato di Enna e dell’Ipsia Federico II. Nel corso della stessa cerimonia è stato conferito il premio anche al dirigente della Squadra Mobile di Reggio Calabria Francesco Ratta, al Questore di Enna Antonino Pietro Romeo. Un premio speciale è stato assegnato al libro del giornalista Josè Trovato, Mafia balorda, ritirato dall’autore. Il procuratore Gratteri ha presentato il suo libro “Padrini e Padroni”. “Oggi la Camorra, così come Cosa Nostra, non riesce a fare importazione di cocaina dal Sudamerica – ha ricordato, parlando per quasi un’ora ai ragazzi -. La ‘ndrangheta è ritenuta più affidabile, perché proporzionalmente al numero degli arrestati ha molto meno collaboratori di giustizia, e sono tutti personaggi di serie b e di serie c. E poi hanno molti soldi, che hanno ormai saturato il mercato. La ‘ndrangheta ha dei broker che vivono stabilmente in Sudamerica”.