Arrivano nuove agevolazioni per gli affitti a canone concordato. È previsto lo sconto di un quarto sull’Imu e sulla Tasi. Lo prevede una novità contenuta nella legge di Stabilità 2016: saranno trattati in maniera più tenue gli immobili locati a canone concordato. La riduzione prevista è pari al 25 per cento di Imu e Tasi e la regola vale anche per gli immobili non ubicati in Comuni ad alta tensione abitativa, dunque in tutti i Comuni italiani. Lo ha reso noto Luigi Scavuzzo, presidente provinciale dell’Uppi, l’unione dei piccoli proprietari immobiliari.
Dove manca un accordo territoriale tra sigle della proprietà e degli inquilini, in particolare, si può fare riferimento a quello del Comune più vicino o «demograficamente omogeneo» di minore distanza territoriale. La riduzione d’imposta va applicata all’aliquota Imu (ed eventualmente Tasi) che il Comune ha deliberato, appunto, per le case locate a canone concordato. “Se quindi, per esempio – spiega Scavuzzo – l’aliquota ordinaria fosse del 10,6 per mille e l’aliquota deliberata dal Comune per i contratti concordati fosse dell’8 per mille, l’aliquota effettivamente applicabile sarà del 6 per mille (applicando quindi la riduzione del 25 per cento all’8 per mille)”.
L’agevolazione vale non solo per i nuovi contratti, ma anche per i rapporti locativi già in corso alla data di entrata in vigore della norma, contratti che automaticamente potranno beneficiare della riduzione a partire dal primo gennaio 2016. La norma della legge di Stabilità 2016, infine, richiama la legge 431 del 1998, per cui sono agevolati non solo i contratti a canone concordato 3+2, ma anche quelli riservati a studenti universitari e transitori per i quali il canone sia determinato in funzione degli accordi territoriali, come mera moltiplicazione tra il valore in euro per metro quadro, con un valore minimo e massimo per ogni area. Infine, dato che la legge parla di «immobili», si deve ritenere che possa essere ridotta anche l’imposta dovuta sulle pertinenze, se affittate assieme all’abitazione. Chiarezza viene fatta anche con la nuova Convenzione Nazionale, che istituisce la certificazione rilasciata da almeno una  organizzazione  firmataria dell’accordo territoriale per accedere ai contratti a canone concordato.