“Ciao sono Marco ho quasi undici anni e la mia famiglia e molto a la vostra. Anch’io ho due mamme e due papà, otto nonni un fratello, una sorella due cani e tanti regali per il mio compleanno e a Natale. La mia famiglia e bella così com’è e non la cambierei per nessun altra, voi sareste degli ottimi genitori come i miei, sono orgoglioso di loro e di voi perche i suoi bimmbi riceverano molto amore. (Scusate se scrivo male io sono spagnolo pero i miei papà mi insegnano l italiano)” MARCO [XXX]
Nella società che cambia, qual è la condizione necessaria per l’esistenza di una famiglia? Rispetto e responsabilità, attenzione e amore non sono sufficienti?
Nel 2005 l’American Academy of Pediatrics incaricò delle associazioni scientifiche e sociali per iniziare uno studio centrato a esaminare gli effetti del matrimonio e delle unioni civili sulle condizioni psicosociali e la salute psicologica di bambini con genitori omosessuali, giungendo a questa conclusione:
I risultati delle ricerche dimostrano che i bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli allevati da genitori eterosessuali. Più di 25 anni di ricerche documentano che non c’è una relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino. Questi dati dimostrano che un bambino che cresce in una famiglia con uno o due genitori gay non corre alcun rischio specifico. Adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, che siano uomini o donne, eterosessuali od omosessuali, possono essere ottimi genitori.
Una dimensione sempre più vasta di ricerche scientifiche dimostra che i bambini cresciuti in famiglie omosessuali sono mentalmente sani e socialmente adatti quanto quelli cresciuti in famiglie eterosessuali. Quindi le dichiarazioni per cui “i figli di famiglie omoparentali soffrono del fatto di non avere genitori eterosessuali” sembra non avere alcuna base scientifica. Gran parte delle critiche alla omogenitorialità si concentrano attorno alla frase: “E’ contro l’interesse del bambino”. A questa affermazione trascrivo la dichiarazione dell’American Psychoanalytic Association in risposta:
È nell’’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti e capaci di cure. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale.
Quindi è la qualità delle relazioni che si esperiscono all’interno della famiglia a favorire uno sviluppo ottimale dei figli. Le variabili che possono condizionare lo sviluppo della psicopatologia nel bambino non sono il genere o l’orientamento sessuale del genitore, piuttosto sono  aver vissuto esperienze di relazioni traumatiche, trascuratezza emotiva ed eccessive cure materiali.
Un lungo elenco di critiche comuni e di paure condivise (come ad esempio: “Ma i figli devono avere una madre e un padre”. “Una coppia omosessuale che desidera un figlio non ha fatto i conti con i limiti imposti dalla natura”. “Il figlio di due gay avrà un sacco di problemi, e a scuola tutti lo prenderanno in giro” – “Una lesbica non ha istinto materno”. “Le relazioni omosessuali sono meno stabili di quelle eterosessuali e non danno alcuna garanzia di continuità familiare”. “Ma non è che i figli degli omosessuali diventano omosessuali anche loro?”) costruite su informazioni mancanti cominciano a sbriciolarsi, infatti in molti, omo ed eterosessuali, rispondono: perché deve essere la riproduzione biologica a certificare l’esistenza di una famiglia? Non sono invece l’affetto, il legame, la cura reciproca? Non è paradossale che proprio un’organizzazione fondata sulla fecondità spirituale ma non su quella riproduttiva stigmatizzi un legame non riproduttivo? e a chi aggiunge: vogliamo sposarci e avere dei figli; li possiamo adottare, o concepire in modo assistito. In molti rispondono: voi volete avere dei figli? E che razza di famiglia sareste?
Vedremo se il tempo darà ragione all’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP) che, proprio nell’interesse del bambino, ha pubblicamente affermato:
“La base su cui devono reggersi tutte le decisioni in tema di custodia dei figli e diritti dei genitori è il migliore interesse del bambino. Storicamente, le persone lesbiche, gay, e bisessuali hanno affrontato esami più severi degli eterosessuali per quanto riguarda il loro diritto a essere o diventare genitori. Non ci sono prove a sostegno della tesi per cui genitori con orientamento omo o bisessuale siano di per sé diversi o carenti nella capacità di esser genitori, di saper cogliere i problemi dell’infanzia e di sviluppare attaccamenti genitore-figlio, a confronto di genitori con orientamento eterosessuale. Da tempo è stato stabilito che l’orientamento omosessuale non è in alcun modo correlato a una patologia, e non ci sono basi su cui presumere che l’orientamento omosessuale di un genitore possa aumentare le probabilità o indurre un orientamento omosessuale nel figlio. Studi sugli esiti educativi di figli cresciuti da genitori omo- o bisessuali, messi a confronto con genitori eterosessuali, non depongono per un maggior grado di instabilità nella relazione genitori-figli o disturbi evolutivi nei figli. L’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry si oppone a ogni tipo di discriminazione basata sull’orientamento sessuale per quanto concerne i diritti degli individui come genitori adottivi o affidatari.
Bibliografia:

  • American Psychiatric Association: Committee on Human Sexuality (2000), Homosexuality and the Mental Health Professions. The Impact of Bias. The Analytic Press, Hillsdale, NJ.
  • American Psychiatric Association (1998), <<Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation in the Proceedings of the America Psychological Association, Incorporated, for the Legislative Year 1997>>. American Psychologist, 53 (8), pp. 882-939.
  • Chiara Lalli (2009), Buoni genitori. Storie di mamme e di papa gay. Ed. Il Saggiatore S.p.A., Milano
  • Vittorio Lingiardi (2007), Citizen gay. Famiglie, diritti negate e salute mentale. Ed. Il Saggiatore S.p.A, Milano.

*Psicologo Clinico