Con in un’intervista a Francesco Vitale, Professore Ordinario di Igiene e Presidente Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Palermo, abbiamo voluto approfondire il tema dei vaccini, per dare qualche risposta ai tanti dubbi che circolano in materia.
Prof. Vitale, la regione Emilia-Romagna ha approvato una legge per cui, per accedere ai nidi, pubblici e privati, bisognerà aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B.
Ritiene questa una misura contrastante con il diritto di scelta dei genitori?
No anzi la considero una scelta responsabile della Regione basata sulla competenza in Sanità Pubblica e sulle evidenze scientifiche, che ha come obiettivo la salvaguardia della salute collettiva sulla base del principio che le convinzioni/dubbi individuali non possono, in un Paese civile, sopravanzare l’interesse collettivo. Peraltro anche in Sicilia stiamo discutendo un provvedimento similare se non più allargato a tutte le vaccinazioni in calendario ed esteso alla scuola primaria.
È difficile stabilire un compromesso tra il diritto di ciascuno di scegliere come prendersi cura di sé e come non determinare il diritto alla salute degli altri. Crede che il nostro sistema sanitario abbia perso autorevolezza ?
– Credo che il calo delle vaccinazioni nei bambini sia un fatto grave sia perchè denota una chiara sfiducia nelle raccomandazioni delle istituzioni sanitarie da parte della popolazione dei genitori, ma ancor più perchè mette in evidenza come il comprtamento dominante oggi sia l’egoismo puro e l’interesse personale, che sono due atteggiamenti che confliggono totalmente con le pratiche di prevenzione, in particolare primaria, come la vaccinazione. Mi spiego meglio: la prevenzione vaccinale si basa sulla somministrazione di un prodotto durante la fase di benessere al fine di evitare una possibile futura malattia; oggi se dobbiamo somministrare ai nostri bambini un farmaco qualunque per risolvere un problema in atto non ci preoccupiamo di andare a leggere se ci possono essere effetti collaterali da quella somministrazione ma se dobbiamo sottoporci ad una vaccinazione in pieno benessere avanziamo tutte le perplessità possibili semplicemente perchè non vediamo il nostro personale ed immediato interesse e ci importa poco o nulla del possibile interesse di altri bambini che per ragioni serie non possono essere protetti con la vaccinazione.
Ritiene che il calo dei bambini vaccinati abbia creato un allarmismo, sostenuto senz’altro anche dalla stampa, sui recenti casi di Meningite?
-Nel caso meningite si è creata una situazione mediatica particolare determinata un pò dalla paura di una patologia di cui si sono sentiti i casi mortali ma anche di cui si sono viste le conseguenze in testimonial giovani e famosi, tutto questo ha fatto percepire un pericolo personale e ha determinato la corsa alla vaccinazione.

Report il programma Rai, in una puntata del 2000 denunciava la presenza di mercurio nei vaccini. In Italia, differentemente dall’America, non si è mai stabilito un indice di pericolosità del mercurio e in ogni caso supereremmo i parametri internazionali. Questa notizia di diciassette anni fa, gira ancora. È cambiato qualcosa da quel momento?
-Assolutamente sì, ormai da anni il mercurio non è più presente nei prodotti vaccinali, per quanto la presenza di residui di mercurio in quei vaccini antichi fosse veramente minima e comunque nettamente inferiore a quanto contenuto in alcuni prodotti alimentari come il pesce che è assolutamente raccomandato in tutte le diete.
L’effetto benefico è maggiore di quello tossico? Non sarebbe necessario conoscere ogni caso come unico?
-Non capisco bene la domanda! non esiste alcun effetto tossico nelle composizioni vaccinali!!! mentre esiste ed è ampiamente dimostrato l’effetto benefico.
Il vaccino difende i più deboli?
– Il vaccino difende i più deboli in due differenti modi: a) creando una risposta anticorpale ad una dose standardizzata di antigene in modo da resistere meglio nel caso di incontro con una dose massiccia dello stesso antigene in natura tramite contagio; b) Se tutti i “sani” si vaccinassero si creerebbe un tale cordone di resistenza alla circolazione dei microbi che i “deboli” che non possono vaccinarsi per particolari condizioni patologiche potrebbero serenamente vivere in società senza vaccinarsi direttamente perchè sarebbero protetti dagli altri (immunità di gregge).
In Inghilterra, dove dai primi anni del 2000 la diffidenza nei confronti dei vaccini ha fatto risalire i casi di morbillo, passati dalle poche centinai della fine degli anni ’90, a oltre 2mila nel 2012. È questo il rischio di perdere la cosiddetta immunità di gregge?
– Sì è proprio questo, con l’aggravante che quando si verificano molti casi di morbillo aumenta la probabilità di complicanze, alcune delle quali anche potenzialmente mortali.
È possibile che le esperienze personali di alcune famiglie, che oggi sostengono che il vaccino sia la causa di morte o malattia (tra cui l’autismo) dei propri figli, sia legato alle modalità mediche piuttosto che al valore del vaccino in sé?
– Indubbiamente i vaccini vanno somministrati con metodologia rigorosa ed eventuali errori metodologici, ancorchè rarissimi, potrebbero essere causa di eventi avversi. Ma tutti gli studi condotti su basi internazionali hanno escluso la responsabilità diretta dei vaccini sia nella genesi dell’autismo che di casi di morte.
I neonati che perdono le difese immunitarie della madre sono colonizzati da colonie di antigeni. Il vaccino aggrava questa posizione di debolezza?
-Assolutamente NO, perchè la colonizzazione avviene con germi vivi e completi mentre i vaccini dei primissimi mesi di vita contengono solo parti dei germi (gli antigeni appunto), anzi gli antigeni vaccinali addestrano le cellule immunitarie dei neonati a respingere la colonizzazione da parte degli stessi germi.