Multe per chi pubblica notizie false sul web, reclusione per chi diffonde campagne d’odio, più obblighi nel controllo per i gestori dei siti. Sono gli elementi del ddl contro la diffusione delle fake news su internet presentato a Palazzo Madama dalla senatrice Adele Gambaro (ex M5S, ora passata ai verdiniani di Ala-Sc). Una proposta bipartisan che tra i firmatari vede parlamentari del Pd come di Forza Italia, della Lega Nord, di Area Popolare, di Cor, di Gal, del gruppo Per le Autonomie e del Misto.
Il testo prende spunto dalla risoluzione contro le fake news ‘I media e il giornalismo online: sfide e responsabilita’, approvata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il 25 gennaio scorso. »Nessun bavaglio – spiega Gambaro -. Vogliamo difendere i diritti dei cittadini, sottolineando la differenza tra le bufale intese come satira e le notizie false che arrecano danni seri«. La senatrice, in conferenza stampa con i colleghi Riccardo Mazzoni (Ala), Sergio Divina (Lega Nord) e Francesco Giro (Forza Italia), ha aggiunto che la volontà è raggiungere il maggior numero di firme possibili da tutti i gruppi.
Il tema è di stretta attualità, tanto che nei giorni scorsi la presidente della Camera Laura Boldrini ha lanciato l’appello #BastaBufale, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica. »È una battaglia di civiltà – sostiene ancora Gambaro -, è solo l’inizio di una discussione che speriamo sia molto ampia. Vogliamo garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica attraverso la formazione«.
Le norme riguardano le piattaforme informatiche e non i giornali on line, già sottoposti alle regole degli altri prodotti editoriali. La proposta stabilisce che chi pubblica o diffonde »notizie false, esagerate o tendenziose è punito con l’ammenda fino a 5 mila euro«. Se tali notizie possono »destare pubblico allarme« o »recare nocumento agli interessi pubblici« si rischia, oltre all’ammenda fino a 5 mila euro, anche la »reclusione non inferiore a dodici mesi«. Per chi »si rende responsabile di campagne d’odio contro individui o di campagne volte a minare il processo democratico« prevista la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10 mila euro. Nel ddl anche misure per contrastare l’anonimato, con l’obbligo per chi apre un blog o un sito di comunicare i propri dati al tribunale. Altri articoli riguardano le modalità della rettifica e la previsione di attività di formazione nelle scuole per l’alfabetizzazione mediatica e l’uso critico dei media online.