Il 9,10 e 13 Febbraio la Sicilia, grazie all’intesa tra il Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale (CUMO), l’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica e la Cartha delle Judeche, ha gettato le basi per un fattivo ampliamento dell’offerta formativa con l’inserimento di corsi di archeologia internazionale.
È stato organizzato un tavolo tecnico, presieduto  da sindaco di Noto Corrado Bonfanti, dall’amministratore delegato del CUMO dottor Rosario Pignatello, dai Sindaci dei Comuni di Noto, Avola, Pachino, e Portopalo di Capopassero, dal direttore scientifico del Cumo Salvatore Cavallo, e dal Vice Presidente Corrado Spataro.
Dopo i saluti di Attilio  Funaro (Presidente dell’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica) e di Baruch Triolo (Presidente della Cartha delle Judeche) si è tenuta la lectio magistralis  professor Aren Maeir del Dipartimento di Studi Israeliani e di Archeologia, dell’Università Bar Ilan di Ramat Gan (Isralee).   Maeir ha esposto tutti i processi di modificazioni dei confini della città  Santa di  Gerusalemme . Si è trattato di una importantissima riflessione sulle dinamiche e gli assetti territoriali, e su come si governano vere e proprie “topografie del sacro”. La presentazione è stata accompagnata da alcune ricostruzioni digitali, permettendo di comprendere al meglio come sono stati condotti gli studi archeologici e quelli biblici.

Il prof. Aren Maeir (Bar Ilan University)


Siracusa e in parte Catania sono ricche di aree che, se studiate, permetterebbero una valida ricostruzione della presenza ebraica in Sicilia. L’archeologia, combinata con alcune riflessioni di antropologia culturale sull’identità religiosa, rivela scoperte interessantissime. Insediamenti cimiteriali, necropoli tardo-antiche e monete raccontano la vita dei secoli precedenti nella nostra Sicilia mostrando una visione inclusiva della comunità.
Infatti, le comunità religiose hanno vissuto per lunghi periodi fianco a fianco, lo sappiamo dal fatto che spesso i seppellimenti dei defunti avvenivano nella stessa area, quindi in forma sincretica tra cristiani ed ebrei. È un dato di grande rilevanza che testimonia come le norme religiose vengano poi rese applicabili ai contesti umani e culturali. Un profilo che andrebbe approfondito anche per chiarire la storia delle tante Giudecche (oggi per esempio diventate via Giudecca, Judeca etc.) e riconoscere più che le radici, gli innesti e l’opportunità degli incontri.

(da sinistra) Adina Maeir, Ruth Fiore, Baruch Triolo, Aronne Maier, Rosario Pignatello, Attilio Funaro, Valentina Rizzo, Giovanni Di Stefano.


Successivamente hanno relazionato il dottor Rosario Pignatello e il professor Giovanni Di Stefano. Quest’ultimo, direttore del Museo di Kamarina ha realizzato una sezione di patrimonio ebraico, l’unica, e che rende evidente la necessità di una legge regionale capace di sostenere la tutela e la valorizzazione di questo patrimonio ancora da scoprire.
L’incontro si è concluso con una citazione, letta dal professor Maeir che ha lasciato tutti desiderosi di continuare a scrivere pagine di relazioni e di incontri, a partire proprio dalla Sicilia, da questa terra che ha vissuto secoli e millenni di dominazioni. Non ultimo si tratta di una speranza per tutto il Medio-Oriente e anche per il Mediterraneo.
Gerusalemme rappresenta la città religiosa, la speranza che si possa al più presto re-ligare un mondo di divisioni e di conflitti.

Pray for the peace of Jerusalem: 

they shall prosper that love thee.

(Psalm122:6)