LEI stamattina si è svegliata, ha messo su il caffè perché:

  1. È appena tornata a casa dopo il turno in ospedale e porta i figli a scuola;
  2. Va al suo lavoro part-time che dura 8 ore;
  3. Si alza per cercare lavoro;
  4. Ha sbagliato, può dormire prima della sveglia  e torna a letto;

Le opzioni sono tutte giuste e riguardano moltissime donne che oggi non riceveranno neanche una mimosa. Molte altre sono diventate allergiche ai simboli perché scioperano. 
Lo sciopero è uno strumento legato al lavoro, di rivendicazione. Chi un lavoro non ce l’ha, chi lavora in nero, chi è part-time, chi prende la disoccupazione non potrà scioperare, (certo da cosa potrebbe?), e non potrà occupare lo spazio pubblico insieme a tutte le donne che aderiscono a questa iniziativa internazionale, oggi 8 marzo.
Sono sempre le iniziative eclatanti che oscurano il dibattito strutturale.  Va detto che aderiscono all’iniziativa molte associazioni che fanno lavori sui territori davvero straordinari, ma permettetemi di dire che quindi il protagonismo di genere non si è allargato neanche oggi, che è la festa delle donne. 
Perché le donne che sciopereranno sono quelle che hanno la possibilità di farlo, le altre,  quelle che sarebbero poi i soggetti su cui verte tutta la discussione non hanno la condizione sociale per manifestare. Le donne che subiscono violenze sciopereranno? Le donne che subiscono mobbing sul lavoro sciopereranno?  Le immigrate? 
Non compreranno e non lavoreranno, in questo modo non contribuiranno all’economia mostrando cosa comporterebbe l’assenza delle donne. Secondo me sarebbe più dirompente se in un giorno, uno a caso, le donne smettessero di fare quello che fanno nel quotidiano, sì che seminerebbe il panico! L’entroterra siciliano ha una fortissima caratterizzazione femminile nella famiglia allargata, pensate alle mamme e alle nonne e a come hanno avuto un ruolo di gestione del parentado, delle economie familiari, dell’educazione dei bambini figli e nipoti.
Un aspetto che mi ha sempre affascinato, per dirne uno è la conserva. Un modo di fare economia basato sulle ricchezze della terra, del saper fare, della conservazione e della distribuzione. Mi riferisco per esempio al pomodoro, marmellate, quello che sta nelle cosiddette “bocce”. Unità di misura della ricchezza di ogni nucleo. Ci sono storie di grande bellezza e forza legate alle nostre donne. Dovremmo riscoprirle. Sono storie legate anche alle casalinghe, donne che hanno gestito il potere con una raffinatezza e una sottile capacità da sembrare servizi segreti! 
Quando torno dal mio lavoro a ritenuta d’acconto voglio pensare a una festa, alle donne che si sono sbracciate per le altre e gli altri. Voglio pensare a quelle che oggi non hanno festeggiato perché dobbiamo cominciare insieme a capire come farle festeggiare nell’anno che verrà. Io non sciopero mi metto in opera!
 

di Valentina Rizzo
[Foto di Noemi Alessandra]