Anche per i giovani migranti, ospiti di strutture di accoglienza ennesi, oggi è stata festeggiata la giornata della donna all’insegna della lotta alla discriminazione,per la parità di genere e per l’avvio di un percorso di emancipazione che faccia leva sulla conoscenza e sul rispetto del proprio corpo da perseguire attraverso l’acquisizione di conoscenze scientifiche e facendo riferimento ai servizi che le nostre Istituzioni mettono a disposizione dei cittadini con finalità di prevenzione e cura.
Oggi, presso l’aula magna “Angelo Montes” della sede associata dell’Istituto Scolastico Statale C.P.I.A. (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) di Caltanissetta ed Enna sita nel plesso “V. De Simone” di Villarosa (EN), un gruppo di minori stranieri non accompagnati, comprendenti un gruppo di giovani donne di nazionalità nigeriana, ospiti della Cooperativa sociale “Sorriso” di Villarosa, hanno partecipato ad un incontro formativo/informativo finalizzato alla trattazione di tematiche di educazione alla salute, con particolare riferimento al ruolo di supporto che i servizi socio-sanitari e socio-assistenziali svolgono nella presa in carico delle problematiche dei giovani e delle giovani adolescenti.
Il progetto ha avuto una sua ulteriore rilevanza se si considera che mira a rafforzare la presa in carico da parte della scuola pubblica di minori stranieri non accompagnati che, secondo quanto previsto dall’art. 36 della Legge n.  40/1998, i minori stranieri non accompagnati, destinatari di tutela internazionale, risultano essere soggetti all’obbligo scolastico previsto dal  DM n. 139/2007.
L’incontro è stato voluto e coordinato dal Dirigente Scolastico del C.P.I.A. di Caltanissetta ed Enna, prof. Giovanni Bevilacqua, collaborato dalle docenti che si occupano di alfabetizzazione linguistica per stranieri nell’ambito dei percorsi di istruzione degli adulti, Ins. Ida Ardica e Valeria La Rocca.
Le giovani studentesse sono state assistite da una docente di lingue straniere dell’Istituto Comprensivo “V. De Simone” (Prof.ssa Maria Catena Costa), da educatoridella Cooperativa sociale “Sorriso” (Selenia Costanza) e da mediatori culturali e linguistici (Dott.ssa Marilena Ragusa).
Hanno partecipato, rappresentando l’Amministrazione Comunale e l’intera comunità villarosana a testimonianza della capacità di accoglienza che essa esprime, gli Assessori dott.ssa A. Salvaggio (Assessore ai Servizi Sociali) e il Sig.Salvatore Paradiso. Sono stati partecipi pure rappresentanti dell‘Associazione “ Don Bosco 2000”.
L’incontro, parte del percorso formativoche il CPIA di Caltanissetta ed Enna eroga a favore di giovani adulti stranieri per l’acquisizione di competenze civico-linguistiche, è stato previsto nell’ambito del progetto “L’Africa è Donna” ed ha avuto un taglio formativo/informativo al quale hanno partecipato, nell’ambito di un rapporto di collaborazione interistituzionale in via di consolidamento, esperti del Consultorio familiare di Enna e di Villarosa, nonché esperti dei servizi sociali del Comune di Villarosa.
Sono stati realizzati interventi a cura dell’Assistente Sociale (Dott.ssa Grazia D’Angelo), della Psicologa (Dott.ssa
Fabiola Barbarino) e della Ginecologa (Dott.sa Stella Ciarcià) dei Consultori Familiari di Enna e di Villarosa.
La partecipazione dell’Ente Locale con la Dott.ssa Antonia Salvaggio ha contribuito a rendere l’incontro ancor più operativo, trattandosi di un’esperta che per molti anni ha diretto il settore dei Servizi Sociali del Comune di Vilarosa.
Le finalità del progetto, del quale l’incontro costituisce uno dei momenti più significativi per la presenza di figure istituzionali e di esperti dell’ASL di Enna, sono quelle  di insegnare ad avere rispetto del proprio corpo e pervenire ad una corretta autodeterminazione anche attraverso la conoscenza e la successiva fruizione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali presenti in Italia, come quelli erogati dal consultorio familiare.
In particolare, l’incontro ha avuto lo scopo di formare/informare le adolescenti extracomunitarie sui seguenti temi:presentazione del consultorio, conoscenza dei servizi del consultorio, cura del proprio corpo, metodi contraccettivi, malattie sessualmente trasmissibili, vaccinazioni.
Superato il primo impatto, le giovani donne, anche grazie alla collaborazione dei docenti, degli educatori e dei mediatori linguisticiche hanno agevolato la comunicazione, hanno mostrato enorme interesse per le tematiche trattate; non solo si sono lasciate coinvolgere intervenendo con domande ed interloquendo attivamente con le docenti, ma anche esprimendo la volontà di usufruire dei servizi del Consultorio per dare risposte a bisogni e trovare soluzioni a problemi che, come tutti i giovani adolescenti, vivono.
Sono state, quindi, condivise modalità di fruizione dei servizi socio-sanitari singolarmente (per specifiche problematiche) o in gruppo (per informazioni di carattere generale).
L’incontro si è concluso con l’auspicio di rendere stabile, nell’ambito della Rete Territoriale diServizi di cui il CPIA costituisce il soggetto di riferimento Istituzionale e stabile, il rapporto di collaborazione interistituzionale che, in particolare per i migranti, deve vedere pienamente coinvolti oltre al CPIA, l’Ente Locale, le Istituzioni operanti nel territorio a favore degli adulti e dei giovani adolescenti (tra cui l’A.S.P.), le Comunità di Accoglienza e le Associazioni. Si tratta di collaborazioni indispensabili per attivare le sinergie necessarie per gestire i fenomeni complessi che caratterizzano la società multiculturale. Al suo interno, infatti, sono in corso di sviluppo processi volti ad individuare e valorizzare gli elementi comuni che le diverse culture a confronto esprimono (a partire dal mondo immateriale che le caratterizza) per definire una rappresentazione unificante del nuovo mondo in cui la diversità è ricchezza ma in cui il rischio dei fenomeni di “intolleranza”, espressione di paure irrazionali, è fortemente presente.
L’esperienza realizzata mira a dimostrare che l’istruzione e la formazione gestite da soggetti competenti e collegate, intenzionalmente, alla soddisfazione di bisogni soggettivi, crea condizioni di sviluppo socio-culturale di notevole importanza per lo sviluppo psico-biologico degli adolescenti, favorevoli ai processi di integrazione e di inclusione. Inoltre, le competenze che vengono acquisite conferiscono ai soggetti la capacità di vivere la propria cittadinanza con consapevolezza e nel rispetto delle regole. Premessa per il successivo sviluppo, anche socio-economico, delle comunità cui appartengono i giovani in formazione.
La ricchezza umana, sociale e professionale che ne deriva diviene capitale umano a disposizione del benessere dell’intera comunità che, in mancanza (se accolte le anacronistiche e pericolose proposte isolazioniste di alcuni), subirebbe un progressivo impoverimento. Infatti, come diceva Italo Calvino, “Se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori”.