L’Università Kore è al primo posto in Italia per qualità della ricerca nell’area delle Scienze Fisiche. Lo ha detto il presidente dell’Università Kore Cataldo Salerno, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017, l’undicesimo anno della Libera Università per la Sicilia centrale. La cerimonia è stata aperta dalle parole del presidente e del direttore generale Salvatore Berrittella. C’erano centinaia di studenti, tutti gli insegnanti, assistenti e il personale dell’Università. Presenti il Prefetto Maria Rita Leonardi, l’assessore regionale all’Istruzione Bruno Marziano e vari esponenti politici, oltre ai vertici provinciali delle forze dell’ordine, alcuni sindaci e politici, tra cui il deputato regionale Mario Alloro. Ospiti i pro-rettori dei tre atenei statali siciliani, Palermo, Catania e Messina. Tra gli interventi, il presidente dell’assemblea dei rappresentati degli studenti, Stefano Dell’Arte. E lectio magistralis del presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché presidente dell’istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, il professore Franco Gallo, su “Il diritto, l’economia. Costituzione, cittadini e partecipazione”. A inaugurare l’anno accademico è stato il Rettore Giovanni Puglisi.
Il presidente Salerno ha mostrato delle tabelle e si è lungamente soffermato su quella che ha descritto come una volontà denigratoria, per vari osservatori del Nord, nei confronti degli istituti meridionali. Sta di fatto che i dati vanno in una direzione opposta e attestano la crescita generalizzata degli atenei del Sud e, in particolare, della Kore, il cui risultato si impone tra i più alti registrati in Italia nell’ultimo periodo di valutazione. In relazione ai dati del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, la Kore è tra le prime dieci università non statali. “I dati dell’Anvur – ha commentato il presidente Salerno – rappresentano il vero parametro di valutazione per gli atenei. Per questo, in relazione ai risultati ottenuti, non possiamo che essere soddisfatti e pronti lavorare per il futuro senza farci condizionare in alcun modo da discutibili classifiche elaborate senza alcun criterio scientifico”.
Poi è stato il momento dell’inaugurazione dell’anno, a opera del Rettore. “Ogni università è figlia del proprio territorio, della sua storia, delle sue esperienze e forze territoriali – ha aggiunto il rettore Puglisi -. Servono interventi strutturali e strategici. Nessuno per favore mi dica che alcuni milioni che vengono faticosamente elargiti dal Parlamento e dal Governo della Regione agli atenei siciliani possano essere considerati un intervento strategico. Le università, anche quelle siciliane, non hanno bisogno e non vogliono elemosine: vogliono risorse individuate con criteri e parametri oggettivi, da spendere in modo controllato e valutato ex post”. Secondo Puglisi, “a confronto con gli analoghi sistemi lombardi, non posso non osservare che in Sicilia le istituzioni regionali e territoriali, come il sistema industriale e finanziario, sono del tutto latitanti e assenti”. Ce n’è abbastanza per dire che “disoccupazione e inoccupazione giovanile crescono a dismisura, senza che all’orizzonte si delineino politiche e progetti positivi, spesso per incapacità e indolenza dei responsabili delle politiche e dei progetti”. “Questo desolante panorama diventa il terreno più fertile per una cultura distorta ispirata o peggio governata dalla criminalità organizzata – ha aggiunto -. Il caos normativo e politico che regna nella nostra Regione non è solo misurabile, come si è visto, dalla trascuratezza con la quale vengono trattate le università, come l’intero sistema della formazione della ricerca e della cultura, ma dalle priorità che vengono portate all’attenzione dell’opinione pubblica ogni giorno”. E questo, nonostante l’università dovrebbe essere “il luogo privilegiato dei diritti, il diritto allo studio per i giovani, il diritto all’insegnamento per i docenti, il diritto alla libera ricerca per lo sviluppo e la crescita, il diritto alla bellezza per il nostro patrimonio culturale, il diritto all’integrità e alla conservazione del nostro patrimonio ambientale, le nostre coste, i nostri mari, le nostre falde acquifere”.