C’è un antidoto al dolore intimo, alle storie di abbandono, alla sofferenza. È l’amore che salva, specie se si fa prossimo e se si fa ascolto. Antonio Staglianò, il vescovo di Noto, ci crede fermamente: e ha deciso di aprire un Ufficio Fragilità, inaugurato proprio oggi, che si occuperà di tutte le fragilità e difficoltà per chiunque ne vorrà incontrare il Direttore, don Fortunato DI Noto sacerdote diocesano e fondatore dell’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org).
La presentazione alla stampa è avvenuta stamattina presso il Seminario diocesano netino. A moderare l’incontro, con Staglianò e Di Noto, il giornalista Massimo Casto (collaboratore di Avvenire, Radio Maria, Padre Pio TV). Scopo dell’ufficio è quello di essere uno spazio di ascolto e accoglienza per chi si trova in situazioni di sofferenza legate ad abusi sessuali, fisici, maltrattamento, adescamento online, nuove dipendenze comportamentali dalla cyberdipendenza alle ludopatie, problemi nelle relazioni familiari e malattie.
Monsignor Staglianò ha commentato: “Quante volte facciamo finta di niente, abbozziamo un sorriso mentre dentro di noi regna il vuoto del cuore e dei pensieri? Incapaci di mostrare le nostre debolezze e fragilità  siamo vulnerabili, perché non riusciamo a liberarci di quelle maschere pesanti che giornalmente dobbiamo indossare per dire“sì grazie è tutto ok” mentre dentro di noi invece tutto muore”. Secondo il presule, insomma, alla base del lavoro del nuovo Ufficio c’è il coraggio di: “Coltivare e sperimentare nella nostra carne e nel nostro spirito, l’Amore, inteso come rispetto di se stessi, come attenzione all’altro, come premura verso i deboli, come apprezzamento di quel che si ha, come testimonianza di comunione e condivisione nelle nostre famiglie”. Quindi: “Significa credere nella forza dell’Amore che rende nuove tutte le cose, credere che ” riparare l’umano” è recuperare “il cuore”, incarnandoci e partecipando alla vita delle persone che ci sono accanto”
Soddisfatto don Di Noto: “Sono onorato di guidare quest’ufficio, davvero una primizia assoluta per la Chiesa italiana. È una sfida importante che mi spinge a dare del mio meglio per chi soffre”, continua il sacerdote, osservando che: “Già da qualche mese stiamo seguendo alcuni casi segnalatici dalle diocesi siciliane e cominciamo ad avere risposte positive”. In altre parole: “Siamo pronti ad ascoltare ed accompagnare. Con delicatezza e premura”, conclude don Di Noto.