Il tecnico Dario Giaimo


L’Ennese, squadra di calcio a 5 allenata da mister Dario Giaimo, ha festeggiato con 4 giornate d’anticipo il salto di categoria. La matematica certezza è avvenuta nella partita disputata tra le mura amiche contro il Gagliano. La vittoria di misura per 3 a 2 nel derby ha permesso di festeggiare il ritorno in C1.
Ecco l’intervista a 360 gradi al tecnico Dario Giaimo
Mister lo scorso anno è arrivata l’ennesima vittoria, ma la squadra gialloverde ha gia detto la sua dalle prime giornate…
Diciamo che eravamo partiti con un progetto per vincere il campionato di C2. La vittoria del campionato è arrivata con quattro giornate d’anticipo, però è anche vero che la rosa è molto ringiovanita e quindi, se posso, devo dire che i ragazzi hanno fatto una vera e propria impresa. Se si va a guardare lo storico dei risultati, le nostre vittorie sono arrivate con pochi gol di scarto e raggiunte nel finale. I ragazzi hanno un tasso tecnico superiore, però ogni partita è stata veramente una battaglia.”
Si andrà per step: quali saranno i prossimi obiettivi dell’Ennese?
Il primo obiettivo è quello di sabato prossimo, dobbiamo andare a Caltanissetta per fare bottino pieno perché, dopo un campionato sempre in testa, sarebbe bello finirlo in cima. Siamo al momento appaiati con il Piazza Armerina, che hanno fatto anche loro un grandissimo campionato, ma noi vogliamo arrivare primi quindi dobbiamo vincere le ultime gare. Dopo inizierà la Coppa Italia e corriamo per onorare sempre i nostri impegni. Come l’Ennese ha sempre fatto.”
Per il prossimo anno che obiettivo hai programmato. Il campionato di Serie C1 sarà tosto…
Io non mi voglio sbilanciare: non voglio dare né conferme né smentite. Io mi auguro che il mio cammino possa proseguire con la società. Non mi sento, però, di mettere la mano sul fuoco. Se continuo ad essere in questa società, abbiamo bisogno di integrare dei giocatori di categoria. La C1 è un altro campionato. Fare una stagione da “comparsa” non ha senso farla. Vediamo in estate cosa proporrà la società e poi possiamo tirare le somme.”
Per un allenatore giovane come te questo successo è davvero importante sul palcoscenico regionale?
Assolutamente si. Siamo pochi gli allenatori ventottenni. So di aver fatto qualcosa di bello, ma un allenatore senza i suoi giocatori non è niente. Il mio grande “grazie” a questo successo, alla mia riuscita, va ai ragazzi, perché senza loro io non sarei arrivato a questi livelli. Sto facendo grandi cose, ma ribadisco che il merito è loro…e dopo tocca a me che li guido durante la settimana.”
Ti aspettavi tutto questo all’inizio della stagione?
“Ad essere sincero no. Sentivo dire in giro per la Sicilia che l’Ennese era la squadra ammazza – campionato. Chi non vive veramente certe situazioni nello spogliatoio, non può capire e non saprà mai di cosa stiamo parlando. Per me, ripeto, i ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario, perché vincere un campionato con 4 giornate d’anticipo, dieci vittorie consecutive…una marcia trionfale di ragazzi appena ventiquattrenni. Questa è la nota in più.”
A Mascalucia, le scorse settimane, non è passato inosservato il gesto di fair play. Un gesto encomiabile che non si vede nei campi di calcio…
I ragazzi di Mascalucia hanno fatto un tributo veramente non indifferente. Io con il capitano etneo Lauria ho un ottimo rapporto, ci sentiamo quotidianamente. Lui me lo aveva anticipato. Prima di entrare in campo, vogliamo farvi questo tributo, perché ve lo meritate. A volte c’è chi fa guerra e chi fa sport. Io penso che se noi siamo nati nel 1995, e ancora nel 2017 siamo qui, vuol dire che noi facciamo sport. Quelli che fanno guerre oggi nascono e domani muoiono. Perché la guerra la vinci e la perdi. Noi facciamo sport e lotteremo sempre per questo. Noi andiamo oltre quello che è il  singolo campionato. L’indomani, come dico sempre ai miei ragazzi, dobbiamo andare tutti a lavorare. Sia noi che gli avversari. Il calcio non è lavoro, a questi livelli, è un passatempo dove noi abbiamo preso un impegno e bisogna rispettarlo fino alla fine. Conta la famiglia, il lavoro…e  molti non lo capiscono. Spero che ci siano tante squadre, come i ragazzi di Mascalucia, prendano d’esempio cosa vuol dire fare sport.”
Hai una dedica particolare dopo questa vittoria di campionato?
“Questo campionato vinto, ogni successo della mia vita lo dedico a Giuseppe Acciaro, un mio carissimo amico che è venuto a mancare. Lo dedico fortemente, come sempre!”

Paolo Interlando