La pausa nazionali, finalmente terminata, ci proietta verso il rush finale del campionato e della stagione. La giornata appena conclusa ci ha consegnato la Juve che ha impattato in quel di Napoli il primo scontro col Barcellona neoborbonico. Non si sono fatti attendere elogi per i sarriani e critiche serrate per Madama che, a detta di molti, è stata schiacciata dagli attacchi e dal gioco partenopeo. Nonostante tutto questo dominio l’1-1 finale fa più contenti gli uomini di Allegri che questa sera torneranno ad affrontare il Napoli nel ritorno della semifinale di Coppa Italia ad una settimana dall’affascinante quarto di Champions con l’altro Barcellona, quello catalano. La gestione delle forze adesso è fondamentale per presentarsi al meglio al doppio appuntamento che, sulla carta, non appare cosi scontato. Poi il campo sarà il vero banco di prova.
Ne approfitta la Roma che con la vittoria ai danni dell’Empoli vede ridursi il distacco a 6 punti. Dzeko firma un’altra doppietta che lo porta a quota 23 gol in campionato. Pazienza se l’Empoli reclama un rigore non dato per fuorigioco inesistente fischiato dall’arbitro. Se non hai le strisce bianconere tutti gli episodi passano in sordina. L’importante è che sia consolidato il fatto che la Juve rubbba.
La Lazio vince la delicata trasferta di Sassuolo e insidia il Napoli per il terzo posto. I biancocelesti adesso dovranno affrontare la Roma nel derby di Coppa Italia per giocarsi la finale. Chi cade in questo fine settimana sono le milanesi che vedono allontanarsi i propri obbiettivi europei. Il Milan inciampa a Pescara come il suo portiere che porta in campo l’esperienza da Paperino nei fumetti Disney della scorsa settimana. Paperumma non sembrava un nome azzeccatissimo per un portiere e il fato lo ha messo alla prova direttamente in campo. Sia chiaro, le topiche possono succedere a chiunque. Da Buffon a Kahn. Ci ricordano che anche loro sono umani. Donnarumma è entrato in un club non troppo esclusivo ma siamo sicuri che farà tesoro di questa esperienza, soprattutto se a passargli il pallone sarà un difensore diverso da Paletta.
L’Inter invece esce sconfitta in casa propria per mano della Sampdoria dell’indomabile presidente Massimo Ferrero. I nerazzurri, una volta in vantaggio, non hanno chiuso il match. A riaprirlo ci ha pensato Schick, uno che ha portato la dance nel nostro campionato. Dopo anni abbiamo visto esultare Fabio Quagliarella, che in Seria A conta più gol che festeggiamenti a causa delle sue numerosissime ex squadre. L’Inter non rientrava tra queste e adesso vede allontanarsi il terzo posto che significava Champions e per i nerazzurri anche scudetto. Il 2006 ancora insegna.
L’Atalanta continua a mietere ignoranza e vittorie a suon di gol e prestazioni superlative. Questa volta vittima sacrificale è stata il Genoa, irriconoscibile da quello di inizio campionato. Lo stesso Simeone, che aveva segnato 10 gol nella prima parte della stagione, sembra adesso il cugino di Possanzini. Gli orobici si sbarazzano del grifone con una tripletta del Papu Gomez, uno che ripaga l’amore dei tifosi a suon di gol. Lo faceva a Catania e lo fa adesso a Bergamo, sarebbe l’ideale candidato alla presidenza del Consiglio di questo paese. Andrea Conti, poi, si inventa il gol della giornata e della vita con una splendida rovesciata che tramortisce avversari, tifosi ed Enrico Preziosi che rimane attonito ed immobile in tribuna come un giocattolo della sua casa di produzione.
In coda a fare schifo questa settimana è il Palermo che chiude in vantaggio il primo tempo e poi crolla nella ripresa sotto i colpi di Borriello e del suo Cagliari. Il neo presidente Baccaglini non sa più a che santo votarsi. Si narra che pure la “Santuzza” stia meditando le dimissioni, stufa oramai di ammirare dal suo eremo le prestazioni inconcludenti dei rosanero.
Ma questa è un’altra storia…

Paolo Licciardo