In un Auditorium gremito in ogni ordine di posti, si è svolto lunedì 10 mattina un incontro-dibattito tra gli studenti del primo biennio dell’I.I.S. “E. Medi” di Leonforte e il dott. Giovanbattista Tona, magistrato tra i più impegnati sul fronte antimafia, oggi consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta, dove in passato, nel ruolo di GIP, si è occupato anche delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
La manifestazione, promossa dal prof. Gian Marco Pettignano nell’ambito delle attività connesse al progetto di Educazione alla Legalità coordinato dal prof. Antonello Bertino, è stata introdotta dall’avv. Giuseppe Greco, presidente del Consiglio d’Istituto, che, dopo aver tracciato un breve profilo dell’ospite, gli ha subito ceduto la parola. E il dott. Tona non ha deluso le aspettative, delineando i contorni di una mafia che, con straordinaria capacità di adattamento, modifica le proprie regole in funzione degli obiettivi da raggiungere, penetra nell’economia, intuisce le opportunità offerte dai territori, dalle nuove tecnologie e da emergenze sociali come l’immigrazione, offre servizi, promette appoggi, semplifica con la violenza le complessità, crea alleanze, dando vita ad un gelatinoso sistema condiviso.
A questo fenomeno, sottolinea il magistrato, bisogna rispondere con “equilibrio e coraggio”. Il coraggio, in particolare, di resistere non solo alle minacce criminali, ma anche alle pressioni di un’opinione pubblica, che, istigata dai mezzi di informazione, vorrebbe rapidamente confermate alcune superficiali convinzioni.
Tra i ragazzi intervenuti, qualcuno chiede di chi ci si possa davvero fidare oggi, considerati gli innumerevoli casi di corruzione riguardanti anche la stessa magistratura. Tona fa osservare che, in fondo, ogni notizia di scandalo ha il suo lato positivo: il fatto che quello scandalo sia emerso. Per il resto, la giustizia, come ogni altro settore amministrato dagli uomini, non sarà mai del tutto immune da fenomeni di devianza, che tuttavia vanno sempre ricondotti alla loro esatta dimensione e mai resi oggetto di pericolose generalizzazioni, che finirebbero per fare il gioco delle organizzazioni malavitose, alle quali torna comodo alimentare il pensiero secondo cui nulla potrà mai cambiare.
Una cosa è certa: l’azione di contrasto alla criminalità mafiosa non può essere affidata solo alla magistratura e alle forze dell’ordine, deve essere concreto e quotidiano impegno di tutti. Lo sottolinea, ringraziando l’ospite con la consegna di una targa ricordo, anche il Dirigente Scolastico, Maria Concetta Porrello, che indica proprio nella scuola il luogo in cui si combatte ogni forma di prevaricazione e si favorisce un’adeguata presa di coscienza della realtà.
A conclusione della sua mattinata leonfortese, il magistrato si è ulteriormente concesso ad alcuni studenti per un’interessante videointervista.