Politici e cittadini: chi sono meglio?
Riprendo, a senso, un’affermazione dello scrittore Ottavio Cappellani, durante una trasmissione televisiva, a proposito del rapporto tra cittadini e politici.
Dice, più o meno, Cappellani: “ma siamo sicuri che i politici siano peggiori dei cittadini che ne sarebbero le vittime? I politici devono per necessità essere migliori, altrimenti non prendono i voti. Se fossero peggiori, come si dice, non verrebbero rieletti.”
Mi aggancio alle sue parole per dire: “ma li abbiamo visti bene i cittadini? Abbiamo visto come si comportano nella vita comune?
Posteggiano in doppia fila, ti sorpassano a destra, frodano le assicurazioni, evadono il fisco, ti fregano sul peso o sulla qualità della merce che ti vendono, spacciano droga, violentano le donne, picchiano i figli, perseguitano le fidanzate, rapinano e truffano gli anziani, ti spintonano per passare avanti, non rispettano le file, si fanno timbrare il cartellino da altri, corrompono i politici (che non vedono l’ora) per ottenere ciò che non potrebbero mai ottenere lecitamente, ecc.
È difficile, poi, che un politico uccida, semmai organizza un golpe! È difficile che rapini una banca, semmai corrompe il consiglio di amministrazione, non ha bisogno di raccomandarsi per ottenere un posto letto, sceglie lui il primario, ecc.
Un politico, soprattutto di questi tempi, non dice di aver commesso una stupidaggine, dice che non ha aperto la posta elettronica, non rimedia all’errore compiuto, chiede scusa, non prende più soldi contanti ma polizze assicurative, ecc.
Si dirà: ma i politici hanno il vitalizio, anzi, lo avevano. Ma vogliamo parlare delle false pensioni di invalidità? Vogliamo parlare del non indispensabile ricorso a certa cassa integrazione guadagni? Vogliamo parlar dei falsi certificati medici? O preferiamo parlare delle false indennità di disoccupazione?
Mi sembra di capire che tra i politici tanto disprezzati dai cittadini e i cittadini medesimi, di cui i politici, per essere rieletti, non possono fare a meno di assecondare “vizi e virtù”, l’unica differenza sia nei metodi utilizzati per violare la legge e, per cortesia, evitiamo di negare o di considerare questi fatti come un’attenuante.
Ma non fate caso a ciò che dico: non ho preso il caffè e sono “politicamente scorretto”.