I neonati fin dalla nascita hanno la capacità di mettere a fuoco oggetti posti ad una distanza che oscilla tra gli otto e i dodici pollici, distanza che consente al neonato di vedere il volto della madre quando lo sta allattando. I neonati nati a termine possiedono una buona abilità visiva, sensibilità ai contrasti, visione spaziale, percezione della distanza e della profondità e visione dei colori. Data la maturità di questo senso nel neonato, è plausibile che essa si sviluppi durante il periodo fetale ma lo studio di tale funzione non è semplice, alcune conoscenze ci vengono dallo studio dei neonati prematuri. Il feto reagisce con accelerazione cardiaca quando viene proiettata una luce dell’addome materno e se è intensa gira il viso dall’altra parte.
Il tatto è il primo organo di senso che si sviluppa nel ventre materno. Data l’importanza della pelle per la sopravvivenza, è il primo organo di senso a raggiungere la maturazione, già alla settima e ottava settimana la pelle si completa e alla quindicesima settimana si completano anche i recettori tattili. Ad una maturazione così precoce corrisponde un ambiente ideale per la maturazione ovvero il liquido amniotico che rappresenta un ambiente ideale per la stimolazione tattile. A dieci settimane vi è la sensibilità delle zone genitali e ad undici del palmo della mano e a dodici dei piedi. Più tardi, verso le diciassette settimane rispondono l’addome e le natiche, a trentadue settimane si giunge alla maturazione di questo senso su tutto il corpo.
Per il gusto si possono notare che già dalla dodicesima settimana di vita sono presenti le papille gustative, dalla tredicesima settimana si nota una maggiore concentrazione di recettori gustativi nella parte anteriore della lingua e alla quattordicesima settimana le strutture sono mature per poter riconoscere i liquidi che giungono. Attraverso l’incremento o il decremento della deglutizione si possono studiare le preferenze gustative fetali.
Il sistema olfattivo si sviluppa tra la sesta e la settima settimana di gestazione mentre due settimane più tardi si costituiscono i nervi olfattivi, i recettori olfattivi primari e gli organi vomero nasali, questi ultimi sono specializzati nella percezione dell’odore acquatico. Nel liquido amniotico sono presenti ben 120 composti di sostanze odorose diverse e altri ancora potrebbero giungere al feto in relazione all’alimentazione materna.
L’udito è sicuramente uno degli organi più studiati e si è utilizzata un’impostazione metodologica che implica la produzione di uno stimolo misurabile e riproducibile di tipo sonoro, modulabile a diverse frequenze o di tipo vibro-acustico con la rilevazione di una o più variazioni di parametri fetali come la frequenza cardiaca, il comportamento motorio o i movimenti oculari. Il parametro più utilizzato è costituito dalla risposta cardiaca del feto (anche se generalmente si accompagna da movimenti attivi del feto). Vi è discordanza tra alcuni autori a datare l’inizio della percezione acustica, si sono dunque accordati riguardo ad un periodo che varia tra la ventiquattresima e la ventottesima settimana di gestazione. Alcuni studi hanno evidenziato come il feto risponda in un primo tempo al suono trasmesso con una frequenza di 500 Hz sin dalla diciannovesima settimana. Successivamente il feto è in grado di rispondere a suoni di frequenza inferiore, tra i 100 Hz e 250 Hz, e al termine della trentatreesima settimana il 100% dei feti è in grado di percepire suoni con una frequenza di 1000 Hz fino ai 3000 Hz della trentacinquesima settimana. La diversità delle risposte fetali alla stimolazione sonora sembrerebbe dovuta ad effettive differenze nel processo di maturazione della percezione fetale. Ciò dimostra che con il progredire della gravidanza il feto diviene sempre più sensibile e che una maturazione significativa del sistema uditivo sembra compiersi tra la ventesima e la trentacinquesima settimana di gestazione.
Il feto trascorre buona parte della gravidanza sollecitato principalmente da suoni a più bassa frequenza ed è sottoposto ad alte frequenze principalmente nelle ultime settimane di vita fetale, quando, aumentando il volume corporeo, viene a trovarsi vicino alla superfice addominale ed è quindi meno protetto dal liquido amniotico. Per cui possiamo ipotizzare che percepisca per primo quei suoni di cui ha più bisogno sia nella vita fetale che in vista della vita extrauterina e la presenza di certe voci amorevoli concorre a migliorare la qualità della vita fetale.

A cura del Dott. Angelo La Barbera,
Psicologo Clinico

Bibliografia:
– Manfredi, P., Imbasciati, A., (2004), Il feto ci ascolta e… impara, Borla, Roma.