Qualche giorno fa mi è stato inviato un corto, si chiama “The Left Shoe” si recupera facilmente su youtube, girato da una giovane registra de Il Cairo, la  ventenne Sara Rozik. Con il corto Sara  ha vinto il premio “Siver Djed pillar” del 2014, assegnatole  per “l’espressione poetica e il senso del ritmo”. Un fatto importante che scalfisce l’idea di Paesi Arabi arretrati, che non aiuta nella costruzione di un mondo e un Mediterraneo di Pace.
Il protagonista di questa storia è un ragazzino povero, che arriva in stazione con delle infradito rotte e ne vede un paio, indossate da un altro bambino, perfette, nuove e lucide. Non è una storia di invidia però, ha un finale di insospettabile tenerezza.
Le scarpe rotte sono le difficoltà che ognuno di noi può incontrare nella vita, bisogna andare avanti non arrendersi mai.
Le scarpe sono strumento per andare avanti, quindi, simbolo di movimento, di chi cammina verso qualcosa o qualcuno
Nelle difficoltà si possono incontrare persone che ti aiutano a superarle come il ragazzo povero che una volta arrivato in stazione incontra un altro ragazzo forse della sua stessa età. Il ragazzo dalle scarpe rotte osserva le scarpe del ragazzo;  le desidera ma capisce che non le può avere. Le scarpe come strumento per andare avanti e per sostenere il nostro corpo. Se non hai le scarpe non puoi camminare, sei costretto a rimanere fermo nella stessa posizione. 
Nel corto vengono messe in evidenza le differenze di classi sociali di poveri e ricchi, ma anche il senso di onestà, e poi di gratitudine da parte del ragazzo ricco nei confronti del ragazzo povero.
Entrambi i ragazzi protagonisti  del corto hanno qualcosa da insegnare: i valori dell’onestà, della generosità e della compassione del ragazzo ricco per quello meno fortunato di lui.
Questi sono i valori importanti che molto spesso nella nostra società vengono messi sotto le scarpe, lasciando indifferenti ai bisogni dell’altro nostro simile.

di Andrea Fornaia