Si dovrà ripetere il processo d’appello per la morte di Maurizio Bannò, il trentottenne disoccupato di Leonforte che perse la vita il 7 agosto 2011 dopo essersi iniettato in vena una dose letale di cocaina. L’imputato è Paolo Gazzo, 43 anni, il presunto spacciatore, che in appello aveva preso 3 anni. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna per “morte come conseguenza di altro delitto”, e confermato la responsabilità per spaccio, ma l’intero processo tornerà in appello. Il processo bis si svolgerà sempre a Caltanissetta, dinanzi a un’altra sezione della corte. Cade, insomma, in questa fase il reato più grave.
I giudici di piazza Cavour hanno accolto in parte il ricorso presentato dall’avvocato di Gazzo, il penalista Orazio Spalletta, che chiedeva l’annullamento. Il Pg della Cassazione, in udienza, aveva chiesto la conferma della sentenza e il rigetto del ricorso. In appello, l’imputato aveva preso 3 anni ed era stato riconosciuto colpevole di entrambe le accuse.
La famiglia di Bannò, parte civile, è assistita dagli avvocati Antonina Provitina e Nella Patti. Nessuna dichiarazione per il momento dai legali di parte civile; in attesa, spiegano, di conoscere le motivazioni dell’annullamento.