L’aula della Camera ha approvato la nuova legge con 225 Sì, 166 No e 11 astenuti la legge sulla legittima difesa.
Supponiamo che un Tale stia dormendo e svegliato di soprassalto da un rumore molesto, che non è il russare della coniuge,  teme che qualche brutto ceffo si sia infilato nella sua casa. Ebbene chi lo vorrebbe? Con fare agile, il protettore del focolare imbraccia il fucile e spara spaventando i cattivi e proteggendo la sua famiglia, sua moglie Teresa e i piccoli pargoli. La famiglia è salva.
Per la vittima di un’aggressione la reazione è considerata legittima difesa, quindi anche possibile con le armi, quando si verifica “di notte”, con “violenza sulle persone o sulle cose”. Il secondo, invece, precisa l’esclusione della colpa di chi reagisce “in situazioni di pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”. Infine, nel caso in cui chi ha esercitato la legittima difesa sia stato indagato ma venga assolto, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato. Un onere per l’erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017.*

Supponiamo ora che lo stesso tale, la stessa notte senta lo stesso rumore sospetto. Imbraccia il fucile, con orgoglio gli viene in mente il cugggino che gli ha insegnato a sparare, il padre che gli ha regalato il fucile, e il cane che fa pipì sul territorio, egli si sente rinvigorito. Quindi Teresa si sveglia, si alza, e perché no?,nel tragitto  va dai suoi figli, e sbatte contro lo spigolo il mignolo destro del piede. Abbiamo un urlo e un rumore e una situazione tutto sommato scontata. Voi che dite? Tale avrà la lucidità di non sparare a caso? E questi manigoldi dentro casa c’erano davvero?
La soluzione migliore è che Teresa sapendo che suo marito è armato ed è un…uno sciocco, che come tanti non sa gestire situazioni in cui è necessaria, prontezza, razionalità, intelligenza e calma, si adoperi di una rivoltella per assicurarsi la legittima difesa nei confronti di Tale, uno come tanti che farà tanti danni.
Il paradosso.
 

di Valentina Rizzo

 
*da Repubblica.it