“Il Capo dello Stato esprime il suo più vivo apprezzamento per l’impegno di Meter accanto ai bambini più vulnerabili e indifesi. Combattere la piaga delle nuove schiavitù è una battaglia che deve coinvolgere le istituzioni e l’intera società”. È il Consigliere direttore dell’Ufficio di Segreteria del Presidente della Repubblica Simone Guerrini a recapitare, in nome e per conto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’attenzione del Capo dello Stato per la XXI GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dell’indifferenza e dello sfruttamento in corso presso le sedi dell’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org).
“Ci onora altamente ricevere il saluto e il pensiero del Presidente Mattarella. È segno del nostro rapporto con le istituzioni che già con Giorgio Napolitano ha mostrato il Quirinale vicino a Meter”, dice don Di Noto. “Siamo grati al Capo dello Stato, perché ci ha dato uno stimolo importante per procedere nella difesa dei piccoli e i deboli. Non siamo soli, malgrado sia davvero difficile la nostra missione”, continua il sacerdote siciliano: “Spero che lei possa onorarci della sua presenza presso la nostra Sede di Avola”, conclude.
La GBV è cominciata il 25 aprile e si chiuderà il 7 maggio a Roma in Piazza San Pietro.

 
Che cos’è la GBV

La Giornata dei Bambini Vittime (GBV) della violenza, dello sfruttamento e dell’ indifferenza, contro la pedofilia, viene celebrata sin dal 1995, su richiesta delle famiglie e dei gruppi di bambini della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola (SR) e dell’Associazione Meter onlus, a seguito del  tentato omicidio nei confronti di una bambina di 11 anni, dei racconti di alcuni episodi di abuso e del suicidio di un ragazzo di 14 anni.
Nel 2002, su sollecitazione istituzionale ed ecclesiale, la GBV è diventata un appuntamento e un forte richiamo in Italia e all’estero per la Chiesa, per la società civile e per le realtà politiche e culturali. Nel 2011 è stata anche conferita la “medaglia di rappresentanza” dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.