Positivi sono stati gli stanziamenti fatti negli ultimi due anni e quelli deliberati dal Consiglio dei Ministri, in attuazione della legge di bilancio 2017, con il Patto per la Sicilia sottoscritto dal governo nazionale e da quello regionale. Il problema è che tali risorse sono rimaste chiuse nei cassetti o, se utilizzate, sono servite piuttosto a coprire spese correnti e non ad attivare investimenti.
E’ ovvio che le risorse ci sono e che non vengono utilizzate, creando di fatto lo stallo dei cantieri sia per le grandi che per le piccole e medie opere pubbliche.
Con questa gestione non è stato possibile registrare nessuna significativa ripresa con la sola conseguenza di assistere all’aumento della disoccupazione e del lavoro nero. Questo è quanto affermano Carmela Petralia, Segreteria Ust Cisl Agrigento Caltanissetta Enna ed Epifanio Riccobene, Responsabile della Filca Cisl di Enna.
Il sindacato della Filca Cisl lancia un vero e proprio allarme sociale. Mentre si sta giustamente discutendo sulle regole del gioco (il Codice degli Appalti, dove note sono le diverse posizioni in campo), si teme che si stia sottovalutando cosa si debba fare una volta iniziata la partita.
Per Epifanio Riccobene, le stazioni appaltanti sono tante e per motivi diversi non qualificate per mettere in assegnazione lavori ed opere.
Inoltre, le amministrazioni locali sono ripiegate sulla spesa corrente e non sugli investimenti ed i piani industriali come: Ferrovie, Anas, Iacp, arrancano e quindi il settore delle costruzioni fa fatica ad agganciare la ripresa determinando, tutto ciò, un’ occupazione stagna oltre che un aumento del lavoro nero ed una corsa al ribasso.
“Se non si attivano presto le decine di cantieri per cui sono state già stanziate le risorse, rischiamo di perdere tutti”, dichiara il Segretario della Ust Cisl delle province di Agrigento, Caltanissetta e Enna, Carmela Petralia. “E’ necessario, infatti, facilitare un cambio generazionale nel settore”, continua la Segretaria della Ust Cisl Agrigento Caltanissetta Enna, “permettendo a migliaia di operai edili ultra sessantenni di poter andare in pensione, riducendo gli attuali paletti previsti per l’ape Agevolata (36 anni di contributi e 6 anni continuativi per un edile).
A tale proposito, la Filca Cisl delle tre province, assieme ai colleghi della Fillea Cgil e della Feneal Uil hanno organizzato una grossa mobilitazione per il prossimo 25 Maggio al fine di rivendicare il diritto ad accedere realmente alle pensioni.